La nostra salute è influenzata anche dalla salubrità dell’ambiente in cui viviamo. Per questo è importante adottare una visione olistica alla cura e alla diagnosi delle patologie, un approccio globale in grado di valutare i sintomi del paziente anche alla luce della qualità dell’aria che respira e dell’esposizione a sostanze tossiche. In questo senso un tema molto dibattuto è quello dell’inquinamento indoor, ovvero dell’inquinamento degli ambienti chiusi in cui trascorriamo buona parte del nostro tempo. Con le feste natalizie, ad esempio, passeremo molto tempo in casa con amici e parenti ma, quali accorgimenti è possibile adottare (e ovviamente non solo a Natale) per rendere l’aria di casa più salubre? Di questi argomenti abbiamo parlato nell’apertura del mensile di Canale Energia di Dicembre con Antonio Maria Pasciuto, Presidente Assimas (Associazione Italiana di Medicina Ambientale e Salute) che abbiamo intervistato lo scorso 11 dicembre in occasione di un incontro dedicato al binomio salute-inquinamento organizzato a Milano da Guna, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di medicinali omeopatici.

Le feste natalizie si stanno avvicinando. Si trascorre più tempo in ambienti chiusi e si cucina di più per i vari cenoni con i parenti. In generale quali sono le regole da seguire, ovviamente non solo nel periodo natalizio, per  cercare di ridurre l’inquinamento domestico?

L’inquinamento indoor è un tema estremamente attuale. Trascorriamo il 90% della nostra vita in ambienti chiusi (la casa, la scuola, la palestra etc), per questo dobbiamo avere cura della salubrità di questi ambienti. Ci sono vari livelli di azione. Se consideriamo l’ambito preventivo il consiglio è quello di cercare di ventilare spesso gli ambienti o sbattere le lenzuola per ridurre la concentrazione di queste sostanze. Anche facendo la massima attenzione, infatti, non si può escludere che nell’aria siano presenti sostanze nocive come i composto organici volatili. Se ci spostiamo su un secondo livello di azione,  il punto centrale è invece quello di immettere nell’ambiente abitativo il più basso quantitativo di prodotti inquinanti. Quando, ad esempio, acquistiamo un mobile sarebbe bene che non contenesse formaldeide in modo poi da non disperderla nell’ambiente.

A livello generale qual è la relazione esistente tra inquinamento e salute ?

Ambiente e salute costituiscono un binomio indissolubile. Noi siamo immersi in un ambiente e non è pensabile poter mantenere un buono stato di salute se entriamo in contratto continuamente con sostanze potenzialmente nocive. A differenza di 30-40-50 anni fa c’è stato un aumento esponenziale della produzione e dell’immissione nell’ambiente di sostanze chimiche tossiche (metalli pesanti, insetticidi, erbicidi etc.). Si tratta di sostanze che possono causare patologie.

Che tipo di patologie sono legate all’esposizione a un ambiente inquinato?

L’esempio più eclatante è quello delle patologie emergenti. Si chiamano così perchè non c’erano 30-40 anni fa in quanto erano molto ridotte le cause che le determinavano. Tra questi disturbi c’è la Sensibilità Chimica Multipla. 

Di cosa si tratta?

Il termine fa riferimento a pazienti che hanno una soglia di sopportazione dell’esposizione a sostanze chimiche molto bassa. Queste persone, nel momento in cui sono a contatto ad esempio con i vapori di un prodotto per la pulizia della casa o con sostanze tossiche presenti nell’ambiente esterno, manifestano sintomi. Per questo motivo è importante capire cosa determina questa situazione. Si tratta di patologie plurifattoriali che nella maggior parte dei casi sono legate a fattori ambientali. In generale l’organismo funziona tamponando e reagendo agli stress esterni, tuttavia questa capacità di sopportazione, che in linguaggio scientifico si definisce regolazione, non è infinita. Se quindi siamo in continuo contatto con queste sostanze tossiche a un certo punto possiamo arrivare a manifestare la patologia, perchè non riusciamo più a compensare questa carica. In sintesi, dunque, la sensibilità chimica multipla consiste nel fatto che il soggetto ha una soglia più bassa di sopportazione per l’esposizione a queste sostanze tossiche.

Come si diagnosticano queste patologie?

La sensibilità chimica multipla è collegata ad altre patologie, per certi aspetti simili, come la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica etc. L’identificazione è complessa, perchè in primis nasce dall’analisi del sintomo del paziente. Il paziente si accorge che ha, ad esempio, tosse, mal di testa, palpitazioni o problemi cutanei, quando si trova in un determinato ambiente, così va dal medico chiedendo una diagnosi. Quello che, però, manca oggi è una consapevolezza da parte del medico e una formazione specifica utile a gestire la diagnosi di queste patologie. E’ importante che il medico sia formato per comprendere

manca una formazione nei medici per comprendere e riconoscere le malattie date dal sovraccarico ambientale

queste malattie legate ai sovraccarichi ambientali. Quando si ha di fronte un paziente bisognerebbe cercare le cause adottando un approccio olistico. I motivi scatenanti della patologia potrebbero essere legati, infatti, all’immagazzinamento da parte dell’organismo di una quantità eccessiva di formaldeide presente ad esempio nell’ambiente in cui vive la persona. Un approccio di questo tipo alla cura apre un vasto panorama di possibili ambiti di indagine che consentono al medico di capire l’origine della malattia. In questo modo dare la terapia è molto più facile.

Come si può intervenire per promuovere consapevolezza sui vantaggi della medicina ambientale?

Ci sono due ambiti importanti in cui agire: l’informazione e la formazione. Per il primo ambito un ruolo chiave è rivestito dai media, perchè un’informazione corretta, capillare e scientifica dà modo ai cittadini di acquisire questa consapevolezza dell’importanza delle cause ambientali nell’insorgenza delle malattie. Il secondo aspetto è di competenza medica e consiste nel dare più informazioni alla classe medica e agli operatori della salute fornendo loro le armi diagnostiche e terapeutiche per trattare correttamente queste patologie. Noi, come associazione che opera a livello europeo e italiano, ci stiamo già muovendo per proporre iter formativi mirati.

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.