Verona smart city: la città a misura d’uomo

VeronaArena 1Città attiva e pronta ad affrontare nuove sfide. È così che si presenta Verona a CanaleEnergia. La parola all’architetto Bruno Pezzuto, coordinamento Mobilità e Traffico e responsabile comunicazione e sistemi telematici della Centrale della Mobilità Verona.

Quali sono i progetti attivi e come ha trovato i fondi utili per finanziarli?
La città di Verona è attiva su diversi fronti. Nel 2005 ha avviato l’Intelligent Transport System, progetto vol-to alla realizzazione del sistema integrato per la gestione della viabilità e della sicurezza, il cui primo stralcio funzionale si è concluso nel 2007 assorbendo 4 milioni di euro. Grazie alle implementazioni successive e al supporto di partner industriali privati, oggi l’ITS di Verona spazia dalla centralizzazione semaforica all’infomobilità multicanale ed è predisposta per la comunicazione vehicle to infrastructure(V2I) nel rispetto dei protocolli europei ETSI. La scarsità di risorse e i vincoli stringenti sulle spese ammissibili in termini d’investimento hanno reso le oc-casioni offerte dalla Comunità europea vie obbligate, seppur poco battute dato lo sforzo organizzativo ri-chiesto. Alla fine del 2012 siamo entrati a far parte del Compass4D, il consorzio internazionale composto da altre sei città europee e numerosi partner industriali, che effettua sperimentazioni sui cosiddetti sistemi cooperativi. Compass4D si poggia su due tipi di investimento: il primo riguarda il personale della Centrale della Mobilità coinvolto e assicura risorse qualificate per testare il sistema e i veicoli; il secondo tocca l’implementazione di alcune logiche di comunicazione basate sullo standard LTE 4G che Telecom ha esclusivamente dispiegato su Verona. La sperimentazione prevede la chiusura, entro il 2015, di due test di comunicazione: quella a corto raggio mediante On Board Unit installati sui veicoli e Road Side Unit installati su strada e quella mediante rete cel-lulare GPRS/UMTS. Riponiamo nella seconda grande fiducia perché riteniamo potrà veicolare le informa-zioni (tempi semaforici, velocità consigliata, congestione, incidenti, pericolo di collisione e informazioni su mobilità e servizi cittadini) direttamente all’utente e tramite applicazioni pensate per dispositivi Apple e Android. Da questa partecipazione sono numerosi i vantaggi che Verona potrà conseguire: la trasmissione tempestiva e certificata delle informazioni sul traffico direttamente al veicolo, lo sfruttamento delle potenzialità dei veicoli intelligenti (velocità consigliata all’incrocio, tempi di attesa semaforici, avviso di prossimo rosso all’avvicinamento al semaforo) e l’estensione delle informazioni alle categorie di utenti ‘deboli’, come pedoni e ciclisti. Infine, la città lavora su CityPASS, progetto assunto a sistema e patrocinato dall’ANCI, che consente di condividere i dati relativi ai veicoli dei portatori di disabilità tra i Comuni. L’obiettivo è facilitare l’accesso alle ZTL senza costringere gli utenti a pastoie burocratiche.

Secondo lei, questilavori sono facilmente esportabili anche in altri Comuni, italiani o esteri?
Il progetto Compass4D, studiato per testare l’efficacia dei modelli di comunicazione, si è già diffuso in di-verse città europee: Verona, Bordeaux, New Castle, Vigo, Thessaloniki, Copenhagen e Helmond si confrontano periodicamente sull’avanzamento dei test durante meeting e conference call. Per quanto riguarda CityPASS, lavoro unico in Italia, stiamo cercando di diffonderlo a livello regionale grazie all’aiuto della Regione Veneto. Così facendo faciliteremo la trasmissione tra i Comuni dei dati relativi alle targhe dei veicoli quali forze dell’ordine, taxi, noleggio con conducente e mezzi di soccorso con rapidità e poche spese e otterremo grandi risparmi in termini di tempo e risorse per il catalogo dei veicoli.

Parlando della rete di connessione wi-fi cittadina, quali sono le potenzialità relative alla sua implementazione e quali gli scenari futuri?
Grazie agli investimenti fatti nei primi anni di sviluppo dell’infrastruttura ITS di Verona con l’aiuto dell’Azienda Servizi Energetici sono stati portati sul territorio oltre 200 accesspoint in fibra ottica disponibili per l’utenza privilegiata dei sistemi telematici a servizio della Mobilità (semafori centralizzati, pannelli a messaggio variabile, telecamere, varchi elettronici, stazioni di rilevamento, colonnine SOS, etc.). Da qualche anno questi punti vengono riutilizzati anche per la cittadinanza agganciando ai siti servizi di navigazione wi-fi gratuito. La progressiva diffusione su tutti i punti disponibili di connettività wi-fi dovrà tenere conto della banda a disposizione, del numero di utenti che ne fanno contemporaneamente uso e dei costi per l’implementazione e l’erogazione del servizio stesso – non gestiti direttamente da Verona – . Per il futuro il Comune punta a diffondere l’informazione su tutto il territorio, anche se l’uso sempre più massiccio di smartphones connessi alla rete attraverso la rete 3G e 4G renderà di fatto la connettività wi-fi urbana sempre meno appetibile in termini di prestazioni.

E i cittadini sono pronti a diventare “smart”?
Il nostro concetto di smart city può essere espresso da una frase di Italo Calvino – tratta da “Le Città Invisibili” – che oggi suona quasi profetica: “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà al tuo problema” e quindi la città intelligente deve partire da qui, deve essere capace di ascoltare i problemi. Ma le risposte ancora una volta non devono essere predeterminate, ma integrate e sviluppate secondo una visione unitaria. Il modello che stiamo portando avanti a Verona si differenzia sostanzialmente da tutti gli altri perché parte dal basso: infrastrutturare la città e, quindi, realizzare l’ITS ha favorito il proliferare di soluzioni applicative da parte di enti che hanno anticipato le richieste degli utenti e la collaborazione con università ed enti di ricerca. Scegliere liberamente come muoversi e con quale mezzo in tempo reale, ricevendo le informazioni attra-verso un efficiente sistema di comunicazione, può costituire una valida risposta alla domanda posta da Italo Calvino.

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