PoliMi: eccellenze e sfide per l’efficienza

efficienzaNell’ambito dello smart building prodotti e impianti raggiungono ormai livelli prestazionali e di efficienza energetica sempre più elevati. Dato ciò, quali possono essere le nuove frontiere da superare e quali filiere dell’efficienza sono meglio avviate su questo percorso?    

Ne abbiamo discusso con la professoressa Annalisa Galante del Politecnico di Milano, a margine dell’edizione 2014 di Mostra Convegno Expocomfort. Evento che ha proposto un “percorso dell’efficienza” fatto di 87 prodotti (per 57 aziende) ad alto tasso d’innovazione. Tra questi, inoltre, un comitato scientifico ha selezionato 31 tecnologie di ulteriore eccellenza, definite “oltre la classe A”.    

Lei ha fatto parte del comitato selezionatore. Può dunque fare una descrizione comparata dello sviluppo raggiunto nelle diverse filiere dell’efficienza per lo smart building?

Le aziende hanno differenziato molto la loro offerta facendo ricerca e sviluppo su prodotti sempre nuovi. Una tendenza riscontrata nel caso dei generatori (ma comunque un po’ in tutti i comparti) è di non proporre più tecnologie singole ma sistemi integrati. Negli anni passati ci sottoponevano insiemi di singole tecnologie, mentre oggi abbiamo trovato dei complessi con al loro interno, ad esempio, l’implementazione delle fonti rinnovabili o con la possibilità di utilizzare combustibili realmente alternativi (i gusci delle noci o le acque di scarto dei reflui urbani, per fare un esempio).    

Altri sistemi sono i classici “split”, che in realtà sono diventati sistemi più che innovativi; siamo arrivati a prodotti di classe A+++ con rendimenti eccezionali, un’attenzione maniacale per la salubrità dell’aria e un consumo bassissimo anche in fase di stand by. Molti produttori hanno proprio sottolineato come le loro tecnologie avessero un dispendio quasi nullo in questa fase, rispetto a soluzioni tradizionali che qui impiegano invece circa il 15% dei consumi.    

Occorre sottolineare che quest’anno sono stati introdotti sistemi di controllo, monitoraggio e gestione dei consumi. Soluzioni proprie del mondo elettrico che ora gestiscono anche il termico. Questa è la vera integrazione, due mondi che non si scindono più.
    
Dunque, l’intelligenza è diventata parte fondamentale dell’offerta?    

Se l’Europa ci dice che dal 2020 gli edifici dovranno essere a energia quasi zero, all’interno di essi gli impianti dovranno inevitabilmente dialogare tra loro, ma anche con l’utente finale per far conoscere il consumo in un’ottica di efficienza. Allo stesso tempo ci dovrà essere comunicazione tra edifici e con il territorio. Stiamo parlando di smart city, città in cui energia, economia e servizi sono tutti collegati in una rete di informazioni che circolano.    

Detto delle eccellenze, come e dove si potrebbe fare di più? Quali sono le prossime sfide?

Per gli involucri nell’edilizia statica c’è ancora molto da fare, mentre sulla parte impiantistica abbiamo visto anno per anno che le aziende riescono a fare sempre il massimo. Lo step successivo, come accennato, è far parlare più e meglio gli impianti tra loro e con l’utilizzatore finale; servono interfacce semplificate. L’evoluzione è far capire al consumatore che può gestire l’impianto perché questo gli parla. Oggi si punta anche a ridurre le dimensioni dei sistemi e il passo successivo è ottenere risultati ancora più piccoli.  

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.