Crescita economica, composizione del mix di fonti fossili e rinnovabili, efficienza di trasformazione e fattori di emissione dei combustibili. Questi i fattori analizzati dall’ISPRA nel nuovo rapporto pubblicato sulle emissioni di gas a effetto serra in Italia ed Europa.
I risultati dello studio hanno mostrato il calo delle emissioni dannose a partire dal 2004, con un’impennata nel 2009 (-9,3% rispetto l’anno precedente) in corrispondenza della contrazione del PIL (è, difatti, emerso un disaccoppiamento relativo di queste due variabili), dell’incremento della produzione energetica con le rinnovabili e dell’elevata efficienza energetica ed economica.
Spostando lo sguardo sul panorama europeo, l’ISPRA ha sottolineato come il Bel Paese abbia il più elevato rapporto tra consumi finali e consumi di energia primaria e il più basso valore relativo al consumo energetico per unità di prodotto interno lordo. Dal 2009 l’Italia primeggia anche nell’uso di energia da fonti alternative e, grazie alla quota marginale del consumo interno lordo di carbone ed al contemporaneo aumento dell’uso di gas naturale, ha registrato emissioni per unità di consumo di energia fossile tra le più basse dei principali Paesi europei.
Il confronto, dunque, giova all’Italia: il Paese mostra di avere un sistema economico ed energetico efficiente oltre al mix fossile nazionale tra i più bassi d’Europa per una quota di carbone inferiore e una quota di gas naturale superiore rispetto a quanto presente nella media dei Paesi europei.
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