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Il settore del fotovoltaico ha rappresentato, nel mese di settembre, l’8% della produzione elettrica nazionale, con impianti della potenza di circa 20 GW. Il valore si è attestato a 2,35 miliardi di chilowattora prodotti, un dato in aumento del 14,4% rispetto a un anno fa. Questi sono alcuni dei numeri emersi oggi a Rimini dal convegno “Il fotovoltaico italiano verso il 2030. Scenari per il rinnovamento e per i nuovi impianti”, organizzato da Althesys nell’ambito di Ecomondo 2018.

I relatori

All’evento hanno preso parte, oltre a Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, Carlo Pignoloni (Enel Green Power), Fabio Bulgarelli (Terna), Giuseppe Tammaro (Global Solar Fund), Matteo Riccieri (RTR) e Michele Scandellari (Enerray). Ai lavori, che sono stati conclusi dal Sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico Davide Crippa, hanno preso parte anche Pietro Pacchione(Elettricità Futura) e Paolo Rocco Viscontini (Italia Solare).

Fine del conto termico e frenata nella posa di nuovi impianti 

Il parco italiano attualmente è composto da 815.000 impianti, che permettono ogni anno una produzione di circa 25 miliardi di chilowattora. Tuttavia, spiega una nota di Althesys,  con la fine del Conto Energia si è registrata una frenata nella posa di nuovi pannelli solari e nel quadriennio 2014-18 l’installato si è attestato ormai attorno ai 400 MW annui, appena sufficienti a sostituire la capacità produttiva che si perde con l’invecchiamento dei pannelli”.

Nuovi obiettivi UE e SEN

Inoltre, in un contesto legato ai nuovi obiettivi della Ue che prevedono il raggiungimento di una percentuale del 32% di energia rinnovabile al 2030, il nostro Paese dovrà rivalutare il target previsto dalla Strategia Energetica Nazionale SEN 2017 (28%) aumentandolo. Le energie provenienti da fonti rinnovabili dovranno coprire infatti il 62% del fabbisogno di energia elettrica, un valore di 7 punti percentuali superiore rispetto all’attuale impegno, che rimane invece al 55%. In una situazione simile quale sarà il ruolo del fotovoltaico. Secondo Althesys questo comparto dovrebbe “collocarsi sui 68 GW contro i 19,7 GW del 2017, arrivando a produrre 80 miliardi di chilowattora l’anno”.  Un risultato che dovrà essere raggiunto tenendo contro che impianti per complessivi 19 GW termineranno gli incentivi tra il 2029 e il 2035.

Età media degli impianti compresa tra 8 e 10 anni

In base ai dati emersi nel corso del dibattito l’età degli impianti fotovoltaici nel nostro Paese è compresa tra gli 8 e i 10 anni. Le strutture che si caratterizzano per dimensioni maggiori (utility scale di potenza superiore a 0,8 MW) rappresentano lo 0,8% da un punto di vista numerico. Tuttavia se si prende in considerazione la capacità totale il valore è pari al 44%, mentre se si considera la produzione il dato sale al 50%.

Perdita media di produzione dei pannelli dell’1,6% l’anno

Per quanto riguarda le performance dei pannelli, dal dibattito è emerso come l’effetto età cominci a farsi sentire. La perdita media di produzione annua è infatti pari all’1,6%. Nello specifico se si considerano solo gli impianti in esercizio prima del 2011, la riduzione media annua è del 2,2%, “molto superiore al calo fisiologico (0,5% per monocristallino)”. Una situazione su cui influiscono anche le differenti tecnologie costruttive dei pannelli usate allora. In particolare, si legge nella nota di Althesys, “Il decadimento reale rilevato è superiore a quello teorico a causa di difetti e scarsa qualità di alcuni componenti, per inadeguatezze nella progettazione, costruzione, gestione o nel monitoraggio degli impianti”.

Senza interventi sugli investimenti nel 2030 perdita di 5 GW

Dallo studio è emerso, inoltre, come la nuova potenza si attesti intorno ai 400 MW/a, un valore “appena sufficiente” a sostituire quella che si perde con l’età. Per questo motivo, spiega Althesys, servono interventi di promozione degli investimenti. Al 2030, infatti,  la “perdita” totale potrebbe arrivare a 5 GW, pari al 25% circa della potenza esistente al 2018.

Per obiettivi 2030 serve “sforzo straordinario”

Per avvicinarsi agli obiettivi al 2030 serve uno sforzo straordinario” -sottolinea in nota Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – “sia per preservare e usare meglio l’esistente che per realizzare nuovi impianti. Per fare interventi di revamping e repowering servono una semplificazione dei procedimenti autorizzativi, regole chiare per mantenimento degli incentivi sulle potenze originarie, modifiche alle normative e autorizzazioni locali per l’uso delle aree asservite e un coordinamento per adeguare la rete per ricevere la potenza incrementale”.

Il calo dei costi della tecnologia e i nuovi scenari di prezzo sul mercato elettrico potranno aiutare la crescita delle nuove installazioni” – aggiunge Marangoni – “ma servono anche strumenti di policy efficaci. Bisogna creare le condizioni perché i PPA decollino e si valutino adeguatamente le potenzialità dell’autoconsumo e la disponibilità di aree. Il decreto 2018-20 in fieri è una buona notizia, ma bisogna già guardare oltre.”

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