“Abitare il cambiamento” per vivere in armonia con un mondo in evoluzione

La transizione ecologica richiede una nuova bussola di valori e una grande capacità di adattamento: questo il tema dell’undicesima edizione del Salone della CSR di Milano.

Salone della CSR, Bocconi, Milano
L’undicesima edizione del Salone della CSR © Elisabetta Scuri/Canale Energia

L’edizione 2023 del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, dal 4 al 6 ottobre all’Università Bocconi di Milano, mette al centro dell’attenzione l’urgenza di una trasformazione, condizione necessaria per uno sviluppo sempre più sostenibile. “Abitare il cambiamento”, questo il tema nello specifico, ricorda che la sostenibilità rappresenta un percorso condiviso, che richiede la collaborazione fra i rappresentanti di tutti gli strati della società. Per evolversi, è necessario credere nell’innovazione. Come i camaleonti, dobbiamo imparare a vivere in armonia con l’ambiente in cui ci troviamo.

La sostenibilità e il ruolo delle imprese

“Siamo indietro su quasi tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; fra i pochi che fanno registrare risultati positivi c’è l’economia circolare. Potremmo dire che ci sia un diciottesimo goal: l’impegno di tutti noi”, ha commentato Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASviS, in apertura del Salone. “Bisogna dare più voce alle imprese che hanno capito che la sostenibilità si traduce in competitività, e dare spazio all’innovazione. Serve una visione integrata dell’Agenda 2030.

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L’evento di apertura del Salone © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Le imprese europee si stanno impegnando, a volte anche più delle istituzioni”, ha concordato Marco Frey, presidente del Global Compact Network Italia. “Tuttavia, è sbagliato lasciare che siano le imprese, da sole, a gestire la maggior parte dei processi trasformativi. Ecco perché le aziende chiedono alle istituzioni regole chiare, standard di misurazione e la reale implementazione delle prospettive strategiche del cambiamento climatico”.

Le opportunità per i lavoratori

Il Sustainability Manager è una figura indispensabile, che può fungere da guida, lungo il percorso di trasformazione in chiave sostenibile dell’universo imprenditoriale. Si assiste a una richiesta sempre maggiore di profili specifici con esperienze settoriali, come ha evidenziato Marisa Parmigiani di Sustainability Makers, rete di professionisti della sostenibilità.

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“Le imprese che investono nei talenti, come nella coesione in quanto driver della sostenibilità competitiva, sono le più performanti”, ha confermato Tiziana Pompei di Unioncamere, che ha sottolineato anche l’importanza di promuovere l’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro. Nei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il 72 per cento dei lavori verdi (o green jobs) sono svolti da uomini. E l’Italia è fra le nazioni con i risultati peggiori. Questa disparità incide anche sul divario retributivo, poiché la retribuzione per i lavori verdi è fino al 20 per cento più alta della media. Le donne, che a livello globale subiscono l’impatto maggiore dei cambiamenti climatici, potrebbero dare un contributo significativo alla loro mitigazione, e assicurare l’inclusività di processi come la transizione energetica e il passaggio alla mobilità sostenibile.

Le percezioni dei cittadini

Dalle aziende, alle persone. Andrea Alemanno e Katia Cazzaniga hanno presentato i risultati di una ricerca condotta da Ipsos nei mesi di giugno e luglio. La conoscenza della sostenibilità è un po’ ferma da anni, dal 2019 per la precisione: il 39 per cento degli intervistati afferma di avere una buona conoscenza del tema, e la stessa percentuale dichiara di conoscerlo discretamente.

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La tavola rotonda che ha coinvolto Martignoni, Khosrowjerdi e Baccari, moderata da Francesca Sorbi di Ipsos © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Il 2019 è stato un anno particolare, con un importante discorso di Greta Thunberg alle Nazioni Unite. Il 2020 è stato l’anno della pandemia, mentre nel 2022 c’è stata l’invasione russa dell’Ucraina. Si è passati da un’emergenza di lungo periodo, come la crisi climatica, a delle emergenze di breve periodo. Non bisogna però dimenticare che il 2022 è stato anche un anno caratterizzato da siccità e temperature da record”, ha commentato Giulia Martignoni, Sustainability Maker e vincitrice del Premio Socialis 2020.

Le priorità per gli italiani in fatto di CSR

Esistono quattro modi di vivere la sostenibilità, in base all’indagine Ipsos: si può essere sostenitori/sostenitrici, aperti/aperte, scettici/scettiche o indifferenti. Nella prima categoria si identificano spesso le persone con un livello culturale più alto (importante, quindi, l’educazione su questi temi). Gli aperti sono i giovani, tendenzialmente con figli, e gli scettici sono i 30-40enni che vivono la società con diffidenza e tendono a vedere la sostenibilità come un’operazione di marketing. Fra gli indifferenti ci sono soprattutto i 40-50enni.

Per ridurre la percentuale di scettici, secondo Sara Khosrowjerdi di AIESEC Italia, serve una maggiore trasparenza contro il greenwashing. Per coinvolgere gli indifferenti, secondo Vincenzo Baccari di CSRnatives, servirebbero invece delle campagne dedicate, che puntino sull’incentivo più che sulla condanna.

Venere degli stracci
Anche l’arte può contribuire a sensibilizzare le persone. La “Venere degli stracci” è un’opera di Michelangelo Pistoletto che esiste in molteplici versioni e assume diversi significati, dalla condanna del consumismo all’elogio del riciclo © Elisabetta Scuri/Canale Energia

Negli anni, i sostenitori sono aumentati, ma stanno aumentando anche gli scettici. Sembra esserci, quindi, un problema di comunicazione da parte di istituzioni e aziende, o il loro impegno non è percepito come reale. Ambiente, società ed economia sono tutti ritenuti aspetti importanti della CSR. Fra le questioni prioritarie, per i cittadini, ci sono la transizione energetica, la riduzione delle disuguaglianze e la transizione ecologica. I giovani dai 16 ai 29 anni mettono le disuguaglianze al primo posto, seguite da transizione ecologica ed energetica.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.