Efficienza, una leva per rilanciare il cinema italiano

CinemagreenIl cinema è la fabbrica di sogni per eccellenza, perché quindi non pensare che proprio da qui parta una rivoluzione green che coinvolga il grande pubblico? Intanto la macchina dei sogni si è messa all’opera coniugando fantasia e sostenibilità, connubio che tra l’altro interessa le produzioni soprattutto per la innegabile leva economica che ne scaturisce.  Ne parliamo con Massimiliano Pontillo presidente di Pentapolis Onlus con cui è fautore della rassegna cinematografica Green Movie Film Fest. 

La rassegna sul cinema green ha raggiunto la sua terza edizione, quest’anno in periodo invernale (primi di dicembre n.d.r.) e con nuovoPontillo luogo, state registrando un aumento di interesse per questa iniziativa?

Sì, quest’anno abbiamo posticipato la data, per l’impegno in ottobre al Festival Internazionale del Film di Roma, in cui abbiamo curato una sessione, la prima per Roma, il Green Festival, appunto, in cui è stato assegnato un Green Movie Award.

Vincitore della prima edizione il film Biagio di Pasquale Scimeca per aver meglio rappresentato, tra le opere in concorso, i valori legati alla sostenibilità. La pellicola l’abbiamo riproposta in visione nella rassegna di dicembre.

Il binomio ambiente/cinema è vincente. Sempre più film si attengono a parametri ambientali green, non tanto nei contenuti, ma nella filiera produttiva degli stessi. Il circuito della sostenibilità attrae anche titoli main stream, non ultimo esempio nostrano è “Il Capitale Umano”, di Paolo Virzì, ora candidato agli Oscar e che non poteva mancare nella nostra rassegna.

Il prossimo anno da rassegna ci trasformeremo in festival, con premi e giuria. Pensiamo di realizzarlo in estate.

Quali sono le leve con cui lo spirito green è entrato nella filiera di produzione cinematografica?
Il tema più seguito è l’efficienza energetica e l’uso di energia da fonti rinnovabili, ma anche la costruzione di set ecofriendly, l’utilizzo di luci al led, trasporti green… I trasporti sono quelli che in assoluto nella produzione di film, meno nei documentari, impattano sull’ambiente.

Il direttore artistico della rassegna, Mario Giuliano Marino

MarcoCome vengono verificate i parametri di sostenibilità di un film? Chi stabilisce cosa e quanto sia green una produzione?

A livello europeo un riferimento è Edison Green Movie, un progetto della società energetica in cui è stato realizzato un protocollo per l’adozione di soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale di di film e documentari, soprattutto sotto il profilo energetico.

Mentre la società di produzione che si chiama Tempesta, ha stabilito un altro parametro, ecomovie, più legato all’aspetto dell’impatto ambientale e alla limitazione di sprechi di materie prime, suggerendo ad esempio l’utilizzo di set ecofriendly fatti con materiali riciclati, trasporti a basso inquinamento, catering biologici.

 

Come Pentapolis Onlus, oltre al green festival in quali altri modi vi occupate di ambiente e sostenibilità?

Personalmente mi occupo di ambiente da diverso tempo ma sono posso dre “ambientalista” da una decina di anni.

Nel 1996 ho fatto il servizio civile presso Lega Ambiente, mi sono appassionato così ai temi ambientali. Sono stato AD di Nuova Ecologia, fino a che nel 2006 ho fondato Pentapolis Onlus. Con questa realtà mi occupo di ambiente e responsabilità sociale di impresa nei modi più disparati e sempre legati ad aspetti culturali. Penso ad esempio a quando abbiamo realizzato un Festival, il primo che io sappia, con strumenti musicali riciclati. Penso ancora che questa sia stata la nostra iniziativa più originale. Ci occupiamo poi di editoria realizzando le guide verdi “Eco in città” per Roma e Milano. Ai testi cartacei annuali fa seguito anche una piattaforma web aggiornato giornalmente.

La scorsa settimana abbiamo presentato il primo rapporto sulla stato dell’informazione ambientale  in Italia, realizzato in collaborazione con l’associazione Ecomedia, con ministero dell’Ambiente, l’Ordine nazionale giornalisti e la Federazione nazionale della stampa.

Vorremmo arrivare ad avere un tavolo allargato pubblico e privato per stimolare il dialogo con gli editori più importanti in Italia, soprattutto mainstream per stimolarli sulle tematiche della sostenibilità, rispetto anche l’economia del sistema energetico complessivo. Nel rapporto abbiamo realizzato un monitoraggio di 4 mesi, su diverse testate (Corriere, La Repubblica, Il Sole 24 ore, La Stampa) da cui è emerso che sono usciti 626 articoli sul tema ambiente. Quindi abbiamo riscontrato un dato quantitativo rilevante, ma non è ancora un tema da prima pagina, se si escudono contingenze come disastri ambientali o simili.

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.