Smart city, il Paes elbano premiato con l’A+Com

PortoferraioCome Castrolibero e Sardara, anche otto comuni elbani si sono dimostrati virtuosi e, grazie al Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile congiunto presentato nel 2013, hanno ricevuto il Premio A+CoM nella categoria comuni tra 20.000 e 90.000 abitanti. Realizzato con il supporto della provincia di Livorno e dell’Agenzia energetica della provincia, il piano ha primeggiato per la precisa rendicontazione del calcolo delle emissioni sbaragliando i 70 concorrenti. L’intervista a Giovanna Rossi, U.S. Tutela dell’Ambiente – Agenda 21 e Politiche di sostenibilità.

Qual è stato l’obiettivo perseguito dai comuni livornesi e in quanto tempo è stato raggiunto?

Relativamente al Premio A+CoM, hanno partecipato i comuni elbani di Portoferraio, Portoazzurro, Rio Marina, Rio nell’Elba, Marina di Campo, Capoliveri, Marciana, Marciana Marino che, nel 2013, hanno presentato il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile. Il Piano congiunto ha ricevuto il Premio A+CoM poiché, come si legge dalla Laudatio rilasciata dall’On. Silvia Velo, sottosegretaria all’Ambiente del Governo Renzi, “ha una notevolissima cura nella rendicontazione metodologica della raccolta dati e del calcolo delle emissioni, con vari allegati di dettaglio e si compone di schede di azione dettagliate e molto vicine ad essere progetti veri e propri,spaziando su vari campi compresi quelli della sperimentazione e della ricerca”.

Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i comuni livornesi non sono stati resi pubblici, perché lo saranno nel momento in cui verranno presentati i loro PAES. Ad oggi possiamo dire che, rispetto all’anno base (2004 per tutta la Provincia di Livorno), nel 2012 vi sono state notevoli riduzioni dovute anche alla crisi economica, ma per la maggior parte dipendenti dall’efficientamento energetico diffuso in tutti i settori di impiego dell’energia.

Il nostro proposito è di continuare a supportare i comuni che ancora non hanno aderito al Patto dei Sindaci, in primo luogo Piombino, per accrescere il numero di quelli già iscritti (Livorno, Rosignano M.mo e Collesalvetti).

Inoltre, l’augurio per i comuni della Provincia di Livorno che hanno aderito al Covenant of Mayors è di candidarsi al premio A+CoM degli anni futuri.

Come avete trovato i fondi utili per finanziare i lavori?

Abbiamo reperito i fondi per finanziare il progetto del Patto dei Sindaci nel bilancio del biennio 2011-2013 con il supporto fondamentale della propria Agenzia Energetica che ha coordinato il lavoro tecnico e amministrativo dei progetti citati in precedenza dei comuni elbani e del territorio.

Per quanto riguarda invece la copertura finanziaria degli interventi previsti nei PAES, non potendo contare, per ovvi motivi, sulle casse comunali, si renderà necessario individuare forme di finanziamento alternative, quali bandi europei, investitori privati, forme diverse di incentivazione etc.

Secondo lei, questo lavoro è facilmente esportabile anche in altri comuni italiani?

Il modello è replicabile su ogni scala, dai piccoli comuni alle città metropolitane, ma è fondamentale saperlo adattare alle particolarità e alle esigenze del polo urbano interessato. Il percorso deve essere sempre quello della governance condivisa fra tutti gli attori pubblici e privati che operano all’interno della comunità.

Come possono le aziende inserirsi in questo processo?

Tutti i lavori che seguiamo vengono svolti con processi partecipativi che cercano il più possibile di coinvolgere il territorio. Le imprese sono invitate tramite le associazioni di categoria a partecipare ai tavoli di lavoro e a fornire il proprio contributo con progetti esecutivi o semplici idee; d’altro canto, i canali di comunicazione dedicati agli stakeholders sono diversi, dalle newsletter ai comunicati in pagine dedicate sui siti istituzionali. Siamo consapevoli che su questo c’è ancora molto da fare.

Parlando della rete di connessione wifi cittadina, quali sono i possibili scenari futuri?

A Livorno la rete wifi è molto estesa. La sua implementazione e l’allargamento al di fuori del centro cittadino potranno, però, essere complessi a causa delle difficoltà a reperire risorse finanziarie.

Secondo lei, anche i cittadini sono pronti a diventare “smart”?

È difficile rispondere a questa domanda, vi sono segnali positivi che andrebbero maggiormente indagati. È comunque necessario perseguire l’obiettivo utilizzando tutte le armi a disposizione e coinvolgendo, in mille modi, i cittadini.

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