Wearable technology, il MIT pensa al recupero di energia

WereabI braccialetti e i dispositivi indossabili sono generalmente adoperati per coordinare l’attività fisica, controllare il ritmo cardiaco o conteggiare il numero di passi giornalieri. Queste funzionalità sono limitate rispetto alle potenzialità dei dispositivi. Secondo i ricercatori del Massachussetts Institute of Technology le wereable technology, se prodotte secondo determinati accorgimenti, potrebbero recuperare l’energia prodotta dai movimenti di chi li indossa.  

I risultati dello studio sono stati pubblicati il 6 gennaio nell’articolo Electrochemically driven mechanical energy harvesting sulla rivista Nature Communications.

La tecnologia messa a punto dall’istituto si basa sui principi dell’elettrochimica e utilizza come elettrodi due fogli sottili di lega di litio separati da uno strato di polimero poroso buon conduttore perchè arricchito di elettroliti liquidi. Una volta piegato anche leggermente, questo strato composito produce una tensione e una corrente elettrica nel circuito esterno tra i due elettrodi che può essere adoperata per alimentare altre apparecchiature. È sufficiente un peso molto leggero collegato a un’estremità per piegare il metallo; si può, ad esempio, legarlo a un braccio o a una gamba.

A differenza dell’odierna tecnologia, che si basa sull’effetto triboelettrico – essenzialmente l’attrito – o piezoelettrico – utilizzando cristalli che producono una bassa tensione quando piegati o compressi -, la tecnologia del MIT può recuperare energia da una più ampia gamma di attività e movimenti naturali. Non solo tali dispositivi potrebbero essere prodotti a basso costo su larga scala, sottolinea l’istituto, ma essendo flessibili per natura sono più adatti ad essere indossati e meno soggetti a danni di varia natura. Le apparecchiature già testate hanno mostrato la propria stabilità mantenendo le prestazioni costanti dopo 1500 cicli, ha sottolineato Ju Li, Professore di scienza nucleare e ingegneria presso la Battelle Energy Alliance e di scienza dei materiali e ingegneria presso il MIT.

Tra le altre applicazioni possibili per queste tecnologie il settore biomedico e la sensoristica per il rilevamento delle sollecitazioni meccaniche su strade o ponti.

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