L’innovazione a servizio della tutela dei coralli

Droni per il monitoraggio dell’ambiente marino e coralli artificiali stampati in 3D per proteggere le barriere coralline

Coralloartificiale
immagine presa dal profilo instagram dell’azienda

Il riscaldamento globale e la crescente acidificazione degli Oceani sono alcuni dei fenomeni che stanno danneggiando in maniera sempre più rilevante i coralli presenti negli Oceani. Una situazione drammatica che si cerca di affrontare anche con gli strumenti offerti dall’innovazione tecnologica.

Coralli artificiali stampati in 3D

Un esempio sono i coralli artificiali stampati in 3D dell’azienda australiana Reef Design Lab che ha promosso il progetto Modular Artificial Reef Structure (MARS) nel 2013. L’obiettivo è quello riuscire a ripopolare l’Oceano indiano di coralli, scomparsi per gli effetti deleteri del cambiamento climatico e dell’inquinamento. 

La prima fase del progetto

Attualmente il progetto è nella sua prima fase di attuazione. Durante questo primo step dell’iniziativa questi coralli artificiali vengono installati a 7 metri di profondità nell’arcipelago delle Maldive, a livello di Summer Island. (Guarda il video)

Come sono fatti

Il corallo stampato in 3D ha una struttura molto flessibile e vien assemblato direttamente in acqua in modo analogo alle costruzioni lego.

Un drone sottomarino a servizio dei coralli

Quella dei coralli artificiali non è l’unico progetto che vede il contributo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia alla tutela dei coralli. Un gruppo di ricercatori della Queensland University of Technology, in Australia, ha lanciato recentemente RangerBot, un drone che in grado di spostarsi in maniera autonoma e monitorare la barriera corallina in modo estremamente efficace.

Rangerrobot
Immagine presa dal profilo Instagram della Queensland University of Technology

Caratteristiche del drone

Questo macchinario è in grado di valutare il livello di inquinamento dell’acqua e di analizzare segnali di sbiancamento dei coralli. Oltre a questo può mappare l’area intorno alle barriere coralline in maniera più rapida e può identificare gli organismo marini che danneggiano la barriera corallina.

Squadre di droni

L’idea degli scienziati è quella di utilizzare squadre composte da 6 droni per effettuare fino a 14 controlli all’anno sull’intera barriera corallina. Il tutto con costo operativo di circa 720 mila dollari. Una cifra molto più bassa rispetto alla somma di 1,44 milioni di dollari necessaria  per pagare 6 sub.

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