Raffinazione, l’alternativa a chiudere è diminuire il tasso di utilizzo degli impianti

raffinerieLa crisi globale del settore non lascia spazio per altre strade. E’ quanto sottolinea il project work ‘Crisi della raffinazione in Europa. distilliamo il settore?’ messo a punto dal Master Safe.
In base alle stime elaborate dal Safe su dati Iea-Weo, il calo della domanda di greggio al 2035 è ineludibile. Sui tre scenari presi in considerazione, la riduzione di 111 Mt comporterebbe la chiusura di 15 raffinerie semplici, cioè quelle più vecchie (in questo caso con un’età media di 57 anni), oppure un abbattimento percentuale medio del tasso di utilizzo del 4% per un nuovo tasso del 74%; un calo di 167 Mt causerebbe l’interruzione dei lavori, oltre nelle 15 raffinerie semplici, anche in 17 di quelle a conversione o in alternativa una riduzione dell’utilizzo del 12% (per arrivare a una media del 66%); lo scenario peggiore, una discesa di 292 Mt significherebbe la chiusura di 15 raffinerie semplici e 33 a conversione o una riduzione del tasso di utilizzo medio del 35%, per arrivare al 43%.

“Sarebbe auspicabile – scrivono i ricercatori del Safe – un coordinamento guidato a livello centrale dall’Unione europea con l’obiettivo di creare una rete efficiente della raffinazione in grado di razionalizzare la capacità produttiva, individuando le raffinerie che, anche per la loro posizione geografica, sono considerate strategiche per il settore”. In questo modo, specificano, “si avrebbe un sistema in grado di adeguare la produzione alle future esigenze dei mercati, evitando di incorrere in un declino incontrollato che accrescerebbe la dipendenza energetica europea, con il rischio di compromettere quanto fatto in questi anni in termini di tutela ambientale e non solo”.

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