pneumatici ricostruitiIntrodurre un credito di imposta del 20% dell’imponibile IVA sull’acquisto di pneumatici ricostruiti per veicoli aziendali a favore di imprese e lavoratori cessionari. È una delle misure di fiscalità ambientale avanzata dall’Associazione italiana ricostruttori pneumatici (AIRP) per rilanciare il mercato dello pneumatico ricostruito.

Crescita rallentata negli ultimi anni

Proposta nel corso della 55° Assemblea generale dell’AIRP (13-14 ottobre, Lucca di Camaiore), la richiesta vuole accendere le luci sulla crescita rallentata del comparto, si legge in nota stampa dell’AIRP, a causa delle difficoltà riscontrate dal settore dell’autotrasporto e della crescente concorrenza di pneumatici nuovi, a basso costo e non ricostruibili.

Benefici economici, occupazionali e ambientali

Quello che si dovrebbe far comprendere è l’enorme danno economico e ambientale che si genera dall’utilizzo diffuso dell’usa e getta”, ha commentato in nota Stefano Carloni, Presidente AIRP. Una perdita che tocca l’intera filiera – produttori, rivenditori, ricostruttori, utilizzatori, recuperatori – e che offusca i vantaggi promessi dal comparto.

Grazie all’uso di pneumatici ricostruiti “è possibile evitare l’immissione nell’ambiente di circa 26.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU)”, ha proseguito Carloni, pari alla riduzione del 70% di materie prime usate e al contenimento del 37% delle emissioni di CO2. Per l’Italia, poi, c’è un risparmio medio annuale di 29,4 milioni di litri di petrolio e di 21.600 mila tonnellate di materie prime strategiche. In più, “è un’attività a forte intensità di manutenzione perché, a parità di utilizzo, uno pneumatico ricostruito sostiene 4,3 volte i posti di lavoro di uno pneumatico nuovo”, prosegue Carloni. Il comparto annualmente genera quasi 2 miliardi di fatturato e 600 milioni di gettito fiscale e garantisce 32.000 posti di lavoro solo in Europa, fra occupati diretti e indotto.

Pneumatici ricostruiti ed economia circolare

L’industria italiana del ricostruito rappresenta un’eccellenza nel settore a livello internazionale in termini di qualità dei materiali, di tecnologia e di manodopera specializzata, prosegue la nota. Un tassello fondamentale “nella costruzione di un’economia circolare”,  ha rimarcato Carloni: lo pneumatico ricostruito può esserne “considerato a tutti gli effetti un esempio virtuoso” perchè consente di “allungare il ciclo di vita di uno pneumatico e di rallentare la trasformazione delle gomme in rifiuto”.

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