Pipelines sospese e modelli valutativi di efficacia degli interventi: il futuro dell’offshore

Pipelinefloat“Il concetto è sostanzialmente di modificare il principio base percui le condotte sottomarine vengono appoggiate sul fondo. In questa tecnologia vengono rese galleggianti, quindi stanno a mezz’acqua, in maniera tale da evitare i grandi canyon, piuttosto che fondali particolarmente articolati”.

Così Fabio Lo Brutto, Business Development Director Italy di DNV GL – OIL & GAS descrive, in occasione di un incontro a Milano, il modello delle “floating” pipelines che la società presenterà in Italia durante l’ OMC – Offshore Mediterranean Conference, in programma a Ravenna dal 25 al 27 marzo.

Tra i vantaggi legati a questa tecnologia, che è ancora un concept, ci sarebbe, come ha spiegato Lo Brutto, la possibilità di operare in condizioni offshore estreme e, allo stesso tempo, di ridurre gli impatti ambientali dei condotti. In particolare l’adozione di questo tipo di pipeline, utilizzabile sia su brevi sia su lunghe distanze, si può plasmare in maniera duttile sui diversi obiettivi che si intende perseguire. Le tubature possono, infatti, essere poste sia a notevole distanza dal fondo marino sia a pochi metri dal fondale, se l’obiettivo è quello di ovviare a una mancanza di livellamento del terreno.

Ma l’innovazione tecnologica non è l’unico ambito in cui opera DNV – GL. Durante l’incontro, infatti, la società – che si occupa anche di fornire consulenza in ambito di risk management – ha presentato una serie di modelli per la quantificazione dell’impatto economico degli sversamenti di petrolio e per la valutazione della valididità degli interventi di emergenza in diversi contesti geografici, anche questi parte integrante della partecipazione all’OMC di Ravenna. “Il modello – ha spiegato Lo Brutto riferendosi a quello sulla stima dei costi in caso di incidente – si basa su tre categorie di imput che vengono messe a fattor comune: la valutazione del rischio ambientale, la valutazione socio economica di incidente sull’attività e le azioni che si possono mettere in atto per ridurre l’entità dell’evento”. Con questo strumento ha concluso Lo Brutto, è possibile fare previsioni sui costi legati a un eventuale incidente in termini economici e ambientali con ingenti vantaggi in termini di pianificazione dell’intervento.

Di seguito il video commento di Lo Brutto e di Tobias Rosenbaum regional manager continental Europe & North Africa.

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.