Le due facce della medaglia in edilizia

Quando Efficienzamaniefficienza energetica e adeguamento sismico s’incontrano

L’efficienza energetica ha assicurato all’Italia enormi vantaggi economici e ambientali grazie agli sforzi fatti in tutti i settori, dall’industria ai trasporti e soprattutto nell’edilizia. Complessivamente, tra 2005 e 2015, l’ENEA stima che con le misure di efficienza sono state risparmiate quasi 10 milioni di tonnellate di petrolio l’anno, 26 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 3 miliardi di euro per l’importazione di fonti fossili.

Nelle settimane successive al devastante terremoto di agosto, però, si è affermata l’idea che l’efficienza energetica possa avere anche un valore aggiunto: trainare e sostenere l’adeguamento sismico negli edifici italiani.

I vantaggi tecnici

Questa convergenza virtuosa presenta riscontri positivi sia a livello tecnico sia economico. Nel primo caso, spiega Massimo Forni, Responsabile dell’Unità tecnica Ingegneria sismica dell’ENEA, “da anni suggeriamo di fare le due cose insieme perché c’è un grosso vantaggio: per efficientare energeticamente una casa si deve intervenire su quelle stesse strutture che, in caso di terremoto, sono chiamate a resistere”.

Operando “su solai e pareti” per “riscaldamenti o cappotti termici”, ad esempio, “vale la pena” fare contestualmente operazioni di rinforzo perché, intervenendo in momenti separati, si rischia di “buttare via” buona parte dei lavori precedenti, secondo Forni.
 
Gli interventi sono importanti non solo nelle abitazioni private ma anche negli immobili pubblici e in quelli storici, ampiamente presenti nel nostro Paese, già al centro dei piani di efficientamento energetico dalla Pubblica Amministrazione. L’ENEA, ad esempio, nei suoi centri di ricerca sviluppa tecniche innovative quali l’isolamento sismico e la dissipazione energetica per strutture sensibili come le scuole e gli ospedali. Soluzioni che, grazie al progresso tecnologico, sono applicabili anche a edifici particolari come le chiese, “dove si possono posizione, sotto il livello delle fondazioni, degli isolatori sismici senza toccare il manufatto” grazie a un brevetto ENEA-Politecnico di Torino.

I vantaggi economici

Detto dei vantaggi tecnici, occorre parlare dell’aspetto economico, considerando che tra 2007 e 2015 le famiglie italiane hanno investito quasi 28 miliardi di euro per ridurre gli sprechi e rendere più efficienti le proprie abitazioni, mentre per l’adeguamento sismico non si è riusciti a replicare questo sistema virtuoso.

Il 16 settembre scorso, intervenendo a Bari per l’iniziativa Cantiere Mezzogiorno, il Viceministro con delega all’Energia Teresa Bellanova ha spiegato: “Il Ministero dello Sviluppo economico è impegnato a promuovere le soluzioni tecnico-economiche per intervenire sulla qualità strutturale ed energetica del patrimonio pubblico e privato. Si tratta di individuare meccanismi di lungo respiro che permettano di trovare le risorse necessarie a interventi così diffusi e pervasivi che non è ipotizzabile siano a esclusivo carico del pubblico bilancio”.   

In questo senso, “l’idea di estendere il meccanismo ipotizzato da ENEA per gli interventi di efficientamento energetico dei condomini anche alla messa in sicurezza antisismica potrebbe rivelarsi opportuna in quanto tali interventi, se svolti congiuntamente, avrebbero il vantaggio di una riduzione complessiva dei costi, cui si aggiungerebbe la possibilità di utilizzare i flussi positivi di risorse che producono i risparmi derivanti dall’efficienza energetica per pagare in parte o in toto anche i lavori di messa in sicurezza”.

In particolare, l’idea lanciata a luglio dall’ENEA prevede di trasformare la detrazione esistente del 65% (Ecobonus) in un credito d’imposta dello stesso valore, creare un fondo ad hoc (con l’eventuale coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti) per finanziare gli interventi e consentire il trasferimento dell’incentivo dal beneficiario al finanziatore.

La convergenza di norme e strumenti di sostegno

Efficienza energetica e adeguamento sismico dovrebbero essere legati grazie alle politiche e ai sistemi di sostegno pubblici. Ciò potrebbe avvenire sia riproponendo nell’uno gli strumenti che hanno ben operato nell’altra sia collegando direttamente i due settori nei meccanismi di incentivo. Un’operazione su cui ha deciso di concentrarsi, tra gli altri, la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, che ha deliberato la scorsa settimana l’avvio di una “indagine conoscitiva sulle politiche di prevenzione antisismica e sui modelli di ricostruzione a seguito di eventi sismici”.

L’iniziativa si prefigge di valutare anche “la fattibilità e l’opportunità di una sinergia delle misure di prevenzione in chiave antisismica con gli strumenti esistenti e operativi in materia di difesa del suolo, rigenerazione urbana, nonché di riqualificazione edilizia ed energetica in una logica integrata, finalizzata a fronteggiare le problematiche del territorio nel suo complesso”.

Guardando costi e benefici derivanti dalle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazione energetica degli edifici tra 1998 e 2016, il saldo risulta positivo per il sistema Paese (Stato, famiglie e imprese), con un attivo di 18,4 miliardi di euro, secondo un’analisi elaborata dal Servizio studi della Camera e dal Cresme. Sull’altro versante, invece, la spesa pubblica per i terremoti è di circa 180 miliardi di euro negli ultimi 40 anni, ma è stata fatta principalmente per la ricostruzione e non per la prevenzione, senza un valore aggiunto reale.

Alla luce di questi dati è evidente la necessità di un cambio di passo. A sostenerlo, tra gli altri, la Rete nazionale delle professioni tecniche che ha elaborato una “Proposta per la definizione di un piano di prevenzione del rischio sismico”. Per la Rete “appare necessario mettere in campo risorse pubbliche e/o premialità nell’arco dei prossimi 20 anni che possano spingere realmente i privati ad adeguare i fabbricati residenziali e non residenziali, così come è stato già fatto, con successo, per le ristrutturazioni e l’adeguamento energetico”.

Un aiuto in questo senso è già stato pensato a giugno, quando il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica contenente il “regolamento relativo all’individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata”, che è attualmente al vaglio delle competenti commissioni parlamentari.

Tra le opere ammesse a “procedimento autorizzatorio semplificato” rientrano anche gli “interventi di adeguamento alla normativa antisismica ovvero finalizzati al contenimento dei consumi energetici degli edifici”.

In conclusione, ciò che emerge dal dibattito fin qui evidenziato è che per affrontare il problema dell’adeguamento sismico in Italia probabilmente non c’è bisogno di inventare formule nuove ma di adattare e replicare al meglio quanto di buono è già stato fatto nel campo dell’efficienza energetica. Non dover partire da zero è già un ottimo punto di partenza.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.