Gas e luce, il costo della bolletta per privati e aziende in Italia

luce-gasIl costo di gas e luce è tra i più cari d’Europa, sia per i cittadini sia per le aziende. Ma come si può risparmiare? Ecco delle idee.

La bolletta di luce e gas è sempre un duro colpo, quando arriva, per le famiglie italiane. Specialmente con l’incombere della stagione fredda, i consumi di gas aumentano molto, seguiti a ruota dal costo della bolletta. Per evitare brutte sorprese, è consigliabile scegliere un fornitore di elettricità e di gas affidabile e conveniente: servendosi di un portale di confronto online, ad esempio, è possibile confrontare le varie offerte presenti sul mercato grazie ad un solo clic, in modo facile e veloce. Avendo a disposizione una panoramica di ciò che il mercato offre, compiere una scelta oculata e consapevole, sarà semplice e alla portata di tutti.

 

Il costo della fornitura di luce e gas è un problema anche per le piccole e medie imprese che utilizzano molta energia per lavorare. Il confronto con i dati europei, recentemente presentato dall’Aeeg al Senato, effettivamente mostra che i prezzi italiani superano quelli europei, per una cifra compresa tra il 15 e il 27%.

Scendendo nello specifico, l’elettricità domestica per le famiglie negli ultimi due anni ha subito in Italia un rialzo dell’11,2%, in Italia si spendono in media 23 euro ogni 100kWh. Vediamo invece quanto si paga negli altri Paesi: la bolletta elettrica più economica è in Bulgaria (9,6 euro per 100 kWh), mentre i più cari sono i Danesi con una bolletta di quasi 30 euro/100 kWh. I nostri cugini francesi pagano 14,5 euro/100kWh, in Inghilterra il costo è di 17,9 euro, in Spagna 22,8 e in Germania 26,8.

Per il gas, i prezzi più bassi si registrano in Romania (2,7 euro per 100 kWh), Slovacchia (5,1 euro) e Estonia (5,2 euro). I più alti si trovano invece in Svezia (12,7 euro per 100 kWh), Danimarca (10,8) e Grecia (10,2 euro), con l’Italia in quarta posizione con poco meno di 10 euro per kWh. Il gas per il riscaldamento è cresciuto “solo” del 10,6%, in linea con gli altri paesi dell’UE. In Francia per esempio si paga 6,8 euro per 100 kWh, nel Regno Unito 5,8 euro, in Germania 6,5 e in Spagna 9,1 euro.

Veniamo invece alle imprese. Il costo dell’elettricità in Italia è di 0,14 euro/kWh e siamo il secondo paese in UE dopo la Germania per la percentuale di tasse e oneri non recuperabili sul prezzo del kWh (27,67% contro 32,31% della Germania). I prezzi più alti d’Europa sono stati rilevati a Cipro (0,22 euro per kWh)e Malta (0,18) mentre i più economici sono Francia (0,063) e Finlandia (0,067). I nostri vicini spagnoli pagano 0,07 euro kWh, mentre gli inglesi 0,11 euro.

Per quanto riguarda il gas nel settore industriale, nel secondo semestre 2012 la media europea è di 0,04 euro per kWh. In Italia invece, per fortuna, il prezzo è appena sotto la media UE (0,037 euro per kWh). La bolletta più salata parla sloveno con 0,051 euro/100kWh, mentre la Romania è la meno cara con solo 0,019 euro per 100 kWh. La Germania non è proprio “low cost” con 0,045 euro come la Spagna, mentre in Francia si risparmia un po’ di più con 0,039 euro e in Gran Bretagna 0,031 euro.

Come fare allora per difendersi dal caro bolletta? Un’idea potrebbe essere quella di rivolgersi alle rinnovabili. In un dossier presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel corso del Convegno “I Costi dell’Energia in Italia” avvenuto a Roma,  si è sottolineato che il settore energetico italiano è uno dei più redditizi. Tra il 2000 e il 2012 i prezzi del petrolio infatti sono aumentati di oltre il 200%, quelli del carbone del 160% e del gas sul mercato europeo di circa il 300%. L’Italia quindi è passata da metà degli anni ’90 a oggi da 20 a 65 miliardi di euro per pagare l’import dei fossili.

Per fare crescere il mercato rimanendo però in Italia ci si dovrebbe staccare dalle fonti classiche e affidarsi di più a quelle green, che produrrebbero anche nuovi posti di lavoro. Secondo le stime della Fondazione, con 1000 euro spesi sulle rinnovabili infatti ne rimangono in Italia 500-900, mentre su 1000 euro investiti sulla produzione elettrica da gas ne restano sul territorio nazionale 200, e il resto va alle economie straniere.

 

Cecilia Mussi

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