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Nel dibattito sul progetto di riforma delle istituzioni in Francia, uno dei tanti temi al centro del dibattito pubblico è la questione del cambiamento climatico. Dopo la presentazione delle linee generali del testo, avvenuta lo scorso 4 aprile da parte del Primo Ministro Edouard Philippe, le associazioni ambientaliste hanno espresso la loro insoddisfazione sulla modalità con cui la questione del climate change viene affrontata nell’ambito della riforma.  In particolare, sono principalmente due gli aspetti che hanno destato le maggiori critiche: da una parte l’intenzione di inserire la questione del contrasto al cambiamento climatico nell’articolo 34, che definisce l’area del legislatore, e non nell’articolo 1 sui principi fondanti della Repubblica; dall’altra la mancanza di un riferimento adeguato a una questione cruciale come quella della biodiversità.

Un testo non all’altezza delle sfide del XXI secolo

Il testo, secondo l’opinione della Fondation pour la nature et l’homme” FNH creata da Nicolas Hulot, come si legge in un articolo pubblicato sul quotidiano le Monde, “non è all’altezza delle sfide del XXI secolo”. Manca infatti un riferimento chiaro al tema chiave della biodiversità e, in più, la questione del cambiamento climatico viene collocata in una posizione non adeguata come l’articolo 34 sull’area d’azione del legislatore, invece che nell’articolo 1 dove ci sarebbero stati margini d’azione migliori.

La diatriba articolo 34/articolo 1

Secondo la Professoressa di Diritto pubblico all’Università Paris-I Marie-Anne Cohendet, come si legge sul quotidiano francese, l’articolo 34 offre ”un potenziale d’azione estremamente flebile”. Si riconosce certo che la lotta al cambiamento climatico è importante, “ma non si obbliga il legislatore a intervenire in quel dominio. L’iscrizione all’interno dell’articolo 1 è più efficace da un punto di vista giuridico”, ha spiegato la Cohendet. 

I prossimi step della riforma

La riforma si articolerà in tre testi distinti che verranno sottoposti al Consiglio di Stato e poi al Consiglio dei ministri il prossimo 9 maggio. Si tratta di un progetto di revisione costituzionale, una legge organica e una legge ordinaria .

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