cotone sostenibile

L’impegno nell’utilizzo di cotone sostenibile di aziende come C&A, H&M, IKEA, Marks & Spencer e Tchibo GmbH – “veterane” sul tema della coltivazione green di questa pianta – migliora rendendole delle vere e proprie apripista. Tuttavia a livello generale i risultati ottenuti da molti marchi importanti che operano nel settore abbigliamento non bastano.

E’ lo scenario emerso dal Sustainable Cotton Ranking 2017, la ricerca commissionata alla società Aidenviroment da PAN UK, Solidaridad e WWF con l’obiettivo di avere un quadro sulle scelte delle società e sul loro impatto positivo nel favorire la transizione del mercato del cotone verso una maggiore sostenibilità. In particolare sono state prese in esame le performance delle aziende riguardo policy, approvvigionamento e tracciabilità della filiera.

Le veterane guidano la classifica e arrivano al 20%

Dai dati è emerso come delle 75 maggiori aziende che utilizzano cotone l’impegno delle  5 imprese veterane più green  costituisce un esempio per il settore, con un punteggio tra i 50 e i 100 punti. A seguire ci sono invece le 8 aziende definite “sulla buona strada” che hanno raggiunto dai 25 ai 50 punti, seguite da 18 brand all’inizio del loro percorso green con punteggio tra i 5 e i 25 punti. Alla fine della classifica troviamo invece 44 aziende che non sono riuscite a totalizzare neanche 5 punti.

Cotone green, la miglior opzione per ambiente e salute

I 5 nomi del settore che hanno registrato i risdultati migliori nel 2016 (IKEA, C&A, H&M, Adidas e Nike) sono riuscite ad aumentare la quantità di cotone sostenibile raggiungendo quota 20% nel 2017. Tra questi a registrare il miglioramento più consistente è C&A che è riuscita a raddoppiare la sua performance. “La scelta di cotone più sostenibile è la migliore opzione che abbiamo per proteggere la salute dei lavoratori e l’ambiente dai pesticidi”, afferma in una nota Keith Tyrell, Executive Director di Pesticide Action Network UK. “Nonostante i progressi registrati nell’evoluzione delle policy aziendali, è deludente che nessuno dei brand abbia scelto di adottare politiche tese alla completa eliminazione dei pesticidi ad alto rischio (HHPs) nelle coltivazioni del cotone che loro stessi utilizzano”, sottolinea Tyrell.Grafico WWF

Solo 11 imprese in linea con obiettivi al 2020 

Rispetto al 2016 emerge come le aziende ecofriendly sul tema cotone siano cresciute. Tuttavia  solo 11 imprese sono in linea con il raggiungimento di quota 100% cotone sostenibile entro il 2020. A ciò si aggiunge il fatto che a livello generale la quantità di cotone green utilizzato è bassa.

Discrepanza tra produzione e utilizzo

In particolare vi è una discrepanza tra i dati relativi al cotone green prodotto rispetto a quello concretamente utilizzato. Nella stagione 2016/17 la produzione di cotone green si è attestata, infatti, al 15% dell’offerta globale con una previsione di aumento al 20% nella stagione 2017/ 2018. Tuttavia solo poco più di un quinto di questi volumi (21%) è stato effettivamente utilizzato. Il resto viene venduto come cotone “convenzionale” ai brand e ai retailers. Tra le motivazioni addotte dalle aziende per giustificare questa situazione viene citato lo scarso interesse da parte dei consumatori sul tema,  la complessità delle catene di fornitura e il costo aggiuntivo.

“Non c’è alcuna ragione per cui tutte le grandi aziende non possano unirsi a C&A, H&M, M&S, Tchibo GmbH e ad IKEA sul tema del cotone sostenibile” – ha affermato Richard Holland del WWF Internazional“oggi sono disponibili informazioni, esperienze e know how per favorire un modello di approvvigionamento più sostenibile per il cotone, ad esempio attraverso  programmi come la Better Cotton Initiative (BCI)”.

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