Clini: green economy, non austerity e brown growth

green economyL’attuale Legge di Stabilità risente della contraddizione nelle politiche portate avanti in questi anni volte alla riduzione del debito, che hanno associato la contrazione degli investimenti per lo sviluppo di nuove tecnologie con il consolidamento delle tradizionali strutture energetiche e industriali, caratteristiche della brown economy. Per uscire da questa contraddizione occorre scegliere il futuro che vogliamo, come ci siamo detti nell’ambito delle Nazioni Unite. Se questo futuro deve essere un’economia competitiva basata sull’innovazione tecnologica, allora occorre cambiare direzione e, ad esempio, liberare risorse bloccate dal Patto di stabilità.

L’analisi è di Corrado Clini, direttore generale ministero dell’Ambiente, già ministro, intervenuto nel corso della cerimonia di chiusura della XIV edizione del Master in gestione delle risorse energetiche Safe con uno speech dal titolo: “Fuori dalla crisi grazie alla green economy?”. 

Secondo Clini “le misure adottate da molti Paesi per affrontare la crisi si sono concentrate sull’equilibrio tra conservazione del welfare raggiunto e riduzione del debito”; cioè, “l’unione di brown growth e austerity che consolida le strutture economiche tradizionali, riducendo spesa pubblica e capacità d’investimento“. L’esempio italiano in campo energetico è dato dal dover scegliere tra “sostenere gli impianti tradizionali con capacity payment, che l’Aie considera sinonimo di sussidi alle fonti fossili, o investire su forme nuove di generazione e distribuzione“.

Sul rapporto tra green e brown economy è intervenuto anche Francesco Starace, a.d. Enel Green Power: “Lo spaventoso sussidio ai combustibili fossili – 630 trilioni di dollari nel mondo – si spiega con radicate abitudini di ‘pace sociale’ in determinati ambienti e con una politica miope difficile da cambiare. L’Italia, dal canto suo, ha grandi potenzialità nella green economy e in Europa parte già da una posizione avanzata”.

A margine della cerimonia Safe,  il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, commenta con QE: “È vero, la green economy può dare un grande contributo per uscire dalla crisi, però bisogna evitare di farne un totem. Questa, come la white economy dell’efficienza, può essere un valido aiuto alla crescita e al rilancio delle nostre attività, ma va gestita con prudenza“.

L’evento è stato aperto con le relazioni introduttive di Raffaele Chiulli, presidente Safe, e Laura Cardinali, Centro Studi dell’associazione, che ripercorrendo le attività dell’ultimo anno, hanno sottolineato l’importanza di “valorizzare le risorse interne per promuovere la competitività“, tradotte anche nel “valore del capitale umano“.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.