“Quanto accaduto proprio in Val D’Agri, dove viene estratto il Petrolio, dimostra quanto i nostri territori siano costantemente messi in pericolo dallo sfruttamento e dalla mancanza di piani territoriali rispettosi della vocazionalità. Ed è una conferma di quanto le aziende che praticano agricoltura biologica, in Basilicata 1225 per un totale di oltre 48 mila ettari, con un grande indotto di lavoratori, siano costantemente in pericolo di contaminazione” .
E’ l’allarme lanciato da AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) che ha commentato così in una nota l’inchiesta della procura di Potenza sul traffico e smaltimento di rifiuti in Val D’Agri. L’associazione ha colto l’occasione per ribadire il la sua adesione al comitato No Triv e il suo sì al referendum del 17 aprile. “E’ ormai indispensabile – afferma in una nota Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – un passaggio da un modello di produzione e consumo ormai insostenibile perché fondato sullo sfruttamento e l’accaparramento da parte di pochi di risorse irriproducibili a un modello più sostenibile che salvaguarda l’ambiente e tutela la salute dei cittadini”.
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