Efficienza filiera di successo, ma serve metodo e garante

Enea OggiL’efficienza energetica è l’elemento centrale per lo sviluppo della filiera industriale del paese e sopratutto è una opportunità perseguibile per il sistema paese Italia.
Lo vediamo nei risultati del V Rapporto sull’Efficienza Energetica (RAEE), presentato oggi dall’Enea a Roma nella sede del Mise e lo ribadiscono con forza il presidente Enea Federico Testa e la vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova.

Ma nonostante le intenzioni ci siano tutte in Italia (28 miliardi di euro investiti per 2,5 milioni di interventi di riqualificazione energetica tra il 2007 e il 2015). Una scelta green che sostiene una filiera da 50mila posti di lavoro in media l’anno. Ma si potrebbe fare di più, quale occasione migliore del monitoraggio sul rapporto annuale Enea per intuire come?

“Abbiamo cercato di capire cosa non stava funzionando negli interventi di efficienza energetica” spiega il prof Testa, evidenziando come esista un gap tra gli interventi realizzati e il potenziale del settore.

“Nel Paese sono stati realizzati molti interventi singoli e piccoli, e pochi significativi” ad esempio mancano all’appello i condomini. Per questo Testa evidenzia la proposta Enea di mettere in moto meccanismi di finanziamento che rendano di interesse gli investimenti anche per chi non ne ha. 

Tra le ricette per migliorare il comparto il presidente Enea evidenzia la necessità di un soggetto terzo che certifichi le tipologie di lavori da svolgere e faccia da garante al soggetto finanziatore. L’efficacia di questo modus operandi lo testimonia l’esperienza dell’ente con il Comune di Reggio Emilia. In questo esempio la sinergia tra Iren, l’utility locale, e la garanzia di Enea, come spiega Alex Pratissoli, Assessore alla rigenerazione urbana e del territorio a margine del convegno, è stata necessaria affinché l’ente creditizio finanziasse gli interventi.

Altro fattore chiave evidenziato da Testa, l’omologazione dei parametri e delle modalità di redigere le diagnosi, elemento necessario a facilitare una corretta presa in carico di quest’ultime da parte degli enti preposti: “Se le diagnosi delle scuole arrivassero tutte secondo stessi parametri sarebbe più semplice per il Min. dell’Ambiente definire chi è più meritevole di usufruire dei fondi”.

Ragionando per standard di analisi, si potrebbe anche arrivare a massimizzare gli sforzi in aree urbanistiche simili con interventi coordinati in sinergia con i comuni, come ipotizza Testa nell’incontro a margine con la stampa. Ma la priorità è cominciare a stabilire un metodo e prestare competenze a chi vuole avviare lavori di efficientamento. Qui il ruolo di garante e consulente del soggetto terzo che, come sottolinea il presidente Enea, può spettare all’Enea come ad una università o altri enti super partes. 

Metodo e confrontabilità dei dati, quindi le basi per costruire una politica di efficienza energetica solida. Ne è convinto anche Raffaele Tiscar, Vice Segretario Generale, Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’esigenza è avere un metodo con cui analizzare i dati e dargli valore, con “il coraggio di definire degli obiettivi”.Per riuscire è necessario disporre agevolmente di dati utili, “Non è così scontato che le banche dati parlino tra loro”,sottolinea Tiscar, mentre è necessario disporre di una solida conoscenza della struttura il più possibile organica. “Per avere una completa cognizione di filiere e interventi. Il rischio altrimenti è immaginarsi un risultato che tarderà ad arrivare” puntalizza Tiscar. 

Altro richiamo, da più presenti alla giornata di confronto, è la necessità di porre attenzione alla tipologia di incentivi che non partecipino oltre che al processo “distorsivo” del sistema” anche a quello “distrattivo” come sottolinea Francesco Sperandini presidente e ad GSE. Che siano quindi una modalità per gestire il paradosso dell’efficienza nel sistema (per cui non si agisce in modo logico ma paradossale) effetto a cui non siamo avvezzi.

Ma anche rivedere in parte l’approccio agli incentivi che non siano troppo complicati, e differenziati, a seconda dell’importanza degli interventi, sula falsariga del conto termico 2.0. Insomma tante le proposte sul tavolo per migliorare la centralità di uno strumento comunque indiscusso per risollevare le sorti economiche ed energetiche del Paese.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.