Europa, le strategie sono ancora nazionali

strategiaeuropea“Un momento di crisi e di empasse nazionale e mondiale può rappresentare una vera opportunità in ambito politico e strategico per evolversi e studiare nuove strategie e impatti sul territorio”
Sono allineati Ugo Dionigi segretario WEC Italia, Bruno Lescoeur CEO Edison e Leonardo Senni capo del dipartimento energia al Ministero dello Sviluppo Economico. In occasione del seminario organizzato da WEC Italia ed Edison sulla tematica “Energy transition in Europe: different pathways, same destination?

Le sfide sono molte prima fra tutte capire come integrare gli obiettivi del 20-20-20, anzi pensare anche ad andare oltre a questa linea temporale come ci suggerisce Senni, con una nuova politica energetica e infrastrutturale che possa valorizzare l’economia, le sfide infrastrutturali e di competitivita’ dei prezzi. Proprio in vista delle sfide economiche e ambientali che si pongono è sostanziale per l’Europa ed i paesi membri definire una strategia energetica, ma con quali caratteristiche?E soprattutto è utile e pensabile una strategia unitaria o verticale paese per paese?

Dal punto di vista europeo le sfide sono chiare: “gestione della dipendenza dalle Importazioni, costo dell’energia e decarbonizzazione entro il 2050” secondo  Tudor Costantinescu del direttore generale del Directorate general for Energy per la Commissione Europea.

La prospettiva di Senni vede una strada che si divide in rilancio del mercato con politiche energetiche più a buon mercato: “La strada indicata dagli USA verso un abbassamento dei costi energetici, e’ importante” e un aumento considerevolo degli sforzi globali inn ricerca per una energia ed un consumo sempre più puliti: “Oggi quello che spendiamo in incentivi se lo mettessimo in ricerca e sviluppo potrebbe portarci risultati più grandi”.

In quest’ottica usare il gas come risorsa fossile meno inquinante, auspicando quindi una maggiore rigassificazione in tutta Europa che porterà ad uno scenario di mercato che si giocherà infine su pochi player: Russia, Norvegia, Algeria e forse il Quatar.
Investendo nel frattempo in politica energetica e ricerca globale, in quanto lo sforzo se non è di tutti porterà solo minimi risultati, basti pensare come l’Europa, da sola, influisca solo in minima percentuale rispetto la produzione di CO2 mondiale. Secondo Simon Blankey, Eurogas, il rilancio economico non si basa solo sul prezzo dell’energia ma anche su un cambio di prospettiva: mettere il consumatore al centro. In questo modo si dovrebbe favorire lo sviluppo del mercato domestico interno e inziare a lavorare con fornitori internazionali.

 

Possiamo pensare ad un Europa con una strategia energetica unica? Lo chiadiamo a Jean-Marie Chevalier dell’Uni. Paris-Dauphine.

http://www.youtube.com/watch?v=bwivp_A6LBU

 

I diversi paesi europei si sono confrontati in sede di convegno su i diversi approcci in corso abbiamo sentito: Francia, Germania  ed Inghilterra.
Tutti hanno iniziato le loro valutazioni rispetto una strategia energetica interna, tra l’altro apprezzando molto il modello di consultazione utilizzato dal precedente governo italiano. Nel complesso ciò che emerge dal confronto con i paesi europei presenti è la necessità di rivedere le regole del mercato energetico e la gestione del dilemma “efficienza o sobrietà”. Rispetto al mercato la rappresentante dell’Inghilterra, Giuseppina Squicciarini capo del Elettricity Policy Wholesale Market -OFGEM-, sottolinea come: “Elemento finale di questa transizione è proprio il modello di mercato, già da Rio ci siamo resi conto come sia sostanziale per ottenere stabilità e crescita nel settore,  garantire un approccio trasparente ai cambiamenti del mercato in corso. Ed ora è sostanziale anche definire un nuovo modello di ETS. Tra l’altro la Gran Bretagna rispetto agli altri paesi dell’EU è caratterizzata da scorte interne molto ridotte, il che la rende molto sensibile all’argomento “approvigionamento e stoccaggio”.

 

L’energia è parte delle linee politiche europee, come intergiscono in tal senso i Paesi membri?

Secondo Simon Blankey, Eurogas, come i Paesi si adegueranno alle linee europee resta comunque appannaggio dei paesi membri. Le differenze ambientali e geopolitiche dei paesi dell’EU ne contraddistinguono le differenti scelte.

http://www.youtube.com/watch?v=hq_u8IGHeuk

 

Secondo Silvia Francescon Direttrice dell’ufficio di Roma per l’ECFR, dell’European Foreign Policy Scorecards, la valutazione di una politica energetica europea dovrebbe esere un fattore strategico considerato le peculiarità del vecchio continente: una area autonoma, ma dipendente da fuel estero.
Secondo la Francescon è importante saper gestire la nascita di una politica energetica in quanto: ”Il mercato guarda all’EU non solo sotto il profilo di solidità economica, ma anche e soprattutto per come sa gestire la sua unità. Dimostrare scarsa unione avra’un impatto negativo sul mercato complessivo”. Al momento gli unici casi in cui l’EU ha dimostrato un fronte comune è stato in rapporto a reazioni con i paesi esteri, ad esempio come è accaduto con l’Iran.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.