Efficienza, Fer, smart city e smart grid: per la crescita ci vuole integrazione

198683084Il ruolo sempre più rilevante che investimenti in energie rinnovabili, efficienza energetica, smartgrid e smartcity hanno assunto negli ultimi anni in Italia ha reso ormai i vecchi modelli business insufficienti a gestire un settore in cui  competenze trasversali e compenetrate tra loro diventeranno, in futuro, un elemento centrale per mantenere competitività sul mercato. E’ necessario, infatti, cambiare gli attuali modalità operative  introducendo nuove figure professionali in grado di fornire una visione sinergica in cui convivano, in maniera integrata, aspetti commerciali,  finanziari e  tecnologici. E’ stato questo lo scenario emerso nel corso del dibattito ‘Rinnovabili, efficienza energetica, smart cities& smartgrid: opportunità e minacce per il sistema industriale del nostro Paese’ che si è tenuto giovedì 1 ottobre al MIP la business School del Politecnico di Milano ed è stato moderato da Davide Chiaroni, vidirettore dell’Energy Strategy Group del Politecnico. Tra gli argomenti che catalizzano il maggiore interesse c’è sicuramente quello dell’efficienza energetica su cui l’Unione Europea continua a porre sempre nuove sfide per gli Stati membri. Tuttavia, come ha sottolineato Giuseppe Dasti, coordinatore desk energia di Microcredito italiano (Gruppo intesa san Paolo), quest’attenzione sul tema non arriva a tradursi in maniera concreta nel tessuto delle PMI. In questo momento – ha spiegato Dasti – siamo in una “fase primordiale con alcuni punti di debolezza sia sul lato della domanda, cioè degli operatori che devono fare investimenti, sia dal  lato dell’offerta,  il sistema bancario che deve assistere questi operatori negli investimenti”. In altre parole a frenare gli investimenti non sarebbe il sistema bancario che non segue una rete d’impresa pronta a fare investimenti, ma elementi di debolezza sarebbero riscontrabili anche sul fronte della domanda. A  ciò andrebbe  poi aggiunto un problema di tipo culturale –  ha spiegato ancora il manager – non tanto presente nelle grandi aziende attrezzate con figure professionali specializzate come gli energy manager, ma piuttosto riscontrabile nel settore terziario, della pubblica amministrazione e delle piccole imprese”. Realtà  che devono ancora comprendere le potenzialità di una gestione energetica smart.

Altra questione critica, in tema di efficienza energetica,  è quella della creazione di strumenti finanziari mirati che stentano un po’ a prendere piede per la complessità del mercato.  “A livello di strumenti di finanziari  noi, come Microdredito italiano,  abbiamo cercato di proporre soluzioni di prodotti dedicati, sia per le imprese che decidono di fare investimenti sia per le esco che fanno investimenti assumendosi loro il rischio finanziario”, ha spiegato Dasti.  “Le banche  – ha aggiunto il manager – fanno un po’ fatica  primo perchè c’è una fatica nel valutare il rischio, perché vengono effettuate operazioni più complesse rispetto, ad esempio,  alle rinnovabili, e secondo poi per il problema di allocarle. Nel mondo dell’efficienza energetica se noi interveniamo a favore di una Esco c’è sempre poi un terzo beneficiario. (…) Gli attori sono tre: c’è  la Esco che assume il rischio, c’è un cliente beneficiario, che deve, con un canone, assicurare il pagamento di quell’investimento, e c’è la banca che finanzia e che si aspetta che legittimamente poi la Esco rimborsi il debito “. 

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.