Il fondo d’investimento per la mobilità elettrica

Shutterstock 226897669Un prodotto d’investimenti in grado di cavalcare il cambiamento epocale che sta attraversando il settore dell’automotive: quello della conversione verso carburanti alternativi a ridotto impatto ambientale. Alessandro Negri, Direttore commerciale di Symphonia, ci parla di Electric Vehicles Revolution (comparto di Symphonia Lux Sicav) un “universo di investimento” per le e-car.

Qual è la vision alla base del vostro prodotto?

Un anno fa, dopo attenti studi, ci siamo accorti che, a discapito della prevista rivoluzione epocale nel settore della mobilità, non esisteva nessun prodotto di investimenti che cavalcasse questo cambiamento. Abbiamo quindi deciso di creare uno strumento che consente di investire direttamente in quelle società che partecipano attivamente all’implementazione dell’auto del futuro. Faccio un parallelo: è come se 20 anni fa avessimo deciso, all’albore del boom della tecnologia e di internet, di creare un fondo di investimento in quelle imprese che si sono rivelate più visionarie: Apple, Google o Microsoft. In ogni grande cambiamento ci sono sempre losers e winners, il compito di un buon gestore è quello di investire sulle prime.

Perchè avete deciso di puntare sulla mobilità elettrica?

Pensiamo che il motore endotermico sia ormai vetusto e che la tecnologia più adatta per guardare avanti è inerente all’auto elettrica. Il fondo di investimento va a comprare società che, a vario titolo, partecipano a questa evoluzione: c’è chi produce batterie o componentistica, chi investe in energia, chi costruisce e installa le colonnine, chi produce software e hardware per i sistemi di guida assistita etc.

In particolare, quali sono i settori di investimento?

Electric Vehicles Revolution (comparto di Symphonia Lux sicav) ha un universo di investimento focalizzato su tre macro settori: in primis, investiamo sui produttori automobilistici (e non) che stanno focalizzando i loro investimenti sui veicoli elettrici e sulle batterie. In secondo luogo, guardiamo alle driverless car (software, hardware e sensori per la guida assistita). E, in ultimo, all’interconnessione tra i veicoli, che consideriamo uno dei punti focali del cambiamento. Ci sono studi che ipotizzano una progressiva riduzione del numero di parcheggi dovuta alla riduzione del numero di auto: se servizi come Uber diventeranno sempre più pervasivi, chi si sposta dovrà riconsegnare il veicolo o comunque non avrà bisogno di una seconda auto.

A chi è indirizzato questo fondo?

Chiunque può decidere di investire e partecipare attivamente al cambiamento. Il taglio minimo è inferiore ai 1000 euro e il comparto della nostra Sicav lussemburghese investe esclusivamente in società quotate a livello mondiale, per la massima efficacia e trasparenza.

Gli investitori si sono mostrati ferrati sulla mobilità elettrica o c’è ancora bisogno di fare informazione?

La difficoltà che abbiamo riscontrato nell’interfacciarci con l’investitore finale è quella di fargli capire quanto può essere innovativo questo settore. L’utente medio ancora fatica a capire quanto sia diventato insostenibile il livello d’inquinamento generato dall’attuale parco auto ma, quando il cambiamento sarà sotto gli occhi di tutti, sarà troppo tardi per investire in modo proficuo. Lo scorso anno in Giappone il numero di colonnine ha superato quello delle stazioni di rifornimento tradizionali. In Olanda dal 2025 non sarà più possibile immatricolare auto a combustione, e la Francia sta pensando di fare lo stesso. La Norvegia rappresenta l’1% del parco elettrico mondiale, paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra stanno facendo investimenti massivi sulle colonnine di rifornimento elettrico.  Nell’arco di 10-15 anni significa mettere la parola fine al mercato dell’auto tradizionale.

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