Le certificazioni ambientali per il settore agro-alimentare

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Le certificazioni ambientali per il settore agro-alimentare 

Garantire una produzione di cibo sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione mondiale in crescita, senza compromettere la qualità dell’ambiente e la disponibilità di risorse naturali per le generazioni future. Potremmo così riassumere una delle principali sfide della nostra società, oggetto dell’esposizione universale tenutasi a Milano lo scorso anno.

Se da una parte, infatti, si stima che le produzioni agricole siano responsabili di circa il 70% dell’acqua che utilizziamo e che gli allevamenti generino circa il 14% delle emissioni di gas ad effetto serra, dall’altra diverse proiezioni concordano nell’affermare una continua crescita della popolazione, che potrebbe raggiungere i 9,5 miliardi di abitanti nel 2050. A questo scenario, si aggiungono la crescita dei paesi in via di sviluppo e il conseguente aumento dei consumi di cibo e il notevole quantitativo di cibo edibile che inesorabilmente diventa spazzatura. 

A fronte di tutto ciò la comunità scientifica e le istituzioni hanno evidenziato in più frangenti la necessità di un’inversione di tendenza. 

La Commissione europea ha posto come due pilastri principali della “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” l’incremento dell’efficienza produttiva del sistema agro-alimentare, nonché la spinta di cittadini e istituzioni pubbliche verso prodotti e servizi più efficienti dal punto di vista delle risorse. 

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare italiano ha avviato nel 2011 un intenso programma per la valutazione dell’impronta ambientale di prodotti, servizi e organizzazioni. L’iniziativa è volta a promuove gli impegni volontari da parte delle imprese sulla valutazione delle performance ambientali e sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. 

Le aziende, dal canto loro, hanno diverse possibilità di assumere impegni di gestione delle questioni ambientali e di riduzione degli impatti. Possono, infatti, decidere di certificare i propri prodotti secondo uno schema di certificazione, implementare un sistema di gestione ambientale o aderire a programmi di sostenibilità ambientale. L’analisi dell’intero ciclo di vita di prodotti e servizi è un approccio comunemente adottato nelle valutazioni di sostenibilità ambientale in quanto permette di avere una visione olistica del sistema analizzato, evitando di escludere fasi della filiera con un rilevante impatto sull’ambiente. La volontarietà e l’assenza di obblighi normativi sono aspetti che attualmente caratterizzano la valutazione della sostenibilità di prodotti e aziende e l’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente. La validazione o la certificazione da parte di un ente di terza parte del rispetto delle linee guida o degli impegni presi rappresenta senz’altro un valore aggiunto, in quanto garantisce agli stakeholder coerenza e trasparenza.

Tra gli schemi per la valutazione di prodotti e servizi rientra l’iniziativa della Commissione europea, denominata Product Environmental Footprint (PEF), finalizzata alla definizione di regole comuni per la stima dell’impatto ambientale di diverse categorie di prodotti, appartenenti anche al settore agro-alimentare, e organizzazioni. 

Altri importanti possibilità di certificazione per i prodotti sono il sistema EPD International, che prevede la valutazione degli impatti ambientali generati lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto e la quantificazione dell’impronta carbonica secondo lo standard ISO 14067. 

A livello aziendale, l’implementazione di un sistema di gestione ambientale, coerente con la norma ISO14001 o al regolamento europeo Emas, permette di analizzare gestire le proprie criticità ambientali e di migliorare continuamente la propria performance ambientale.

Esistono inoltre dei programmi di sostenibilità ambientale a cui le aziende possono aderire, generalmente legati a una specifica area del settore agro-alimentare. Il Progetto V.I.V.A – Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente, ad esempio, è finalizzato a migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola.

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.