Efficienza, auto a metano, gas e sicurezza: la tag cloud della politica energetica nazionale

Endless RoadQuali saranno i temi centrali per la politica energetica nazionale da qui a giugno? Per arrivare tra la fine di aprile e l’inizio di maggio ad “avere la Strategia energetica nazionale approvata” largo spazio all’efficienza energetica, “tema trasversale che si inserisce in ogni aspetto della quotidianità”, per i quali Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico, prevede “interventi predominanti” rispetto alle rinnovabili che “vanno verso la parità e hanno bisogno di meno incentivi”. Come affermato ieri durante la conferenza “Going to G7 Energy” organizzato dal Centro studi americani a Roma.

Piedi ben saldi al terreno quando si pensa alla decarbonizzazione dei trasporti: “La mobilità elettrica è più di moda di quella a gas e metano, ma per quest’ultima abbiamo già una rete di distribuzione perché si sviluppi un settore che abbia un impatto ambientale positivo”, ha sottolineato Calenda. Non perché l’elettrico non sia il futuro, ma perché “occorre tenere conto del timing dell’investimento”.

Sul binomio gas e sicurezza, “che per noi è di particolare importanza”, ha rimarcato il Ministro, il “TAP è fondamentale, altrettanto potrebbe essere ISMED” nella risposta a un mercato “che si va configurando sempre più liquido” e che richiede una “rivisitazione della capacità di rigassificazione e un corridoio di liquidità”, il cui decreto sarà varato quest’anno.

Sottolineatura importante è stata data al settore dell’acciaio che in Europa può “rinascere e può essere rinnovato con le giuste tecnologie”, ha precisato Calenda, non “dobbiamo farlo distruggere dalla Cina”. E alla questione carbon tax che in Europa non si fa secondo il rappresentante del dicastero perché “la Germania continua a produrre lignite e non la vuole”.

Sul capacity market “su cui abbiamo iniziato a lavorare con l’Autorità dobbiamo dare segnali di prezzo di lungo periodo”; per farlo, è “fondamentale fare benchmarking guardando al volume degli investimenti e dei ritorni all’estero”.

E nella ricerca del giusto equilibrio tra “il rischio di approcci troppo ideologici o, all’opposto, troppo prudenti”, sarà necessario redigere una pianificazione energetica di lungo periodo con “molti highlights che devono essere condivisi dal Paese”: “dobbiamo articolare questo dibattito all’interno dell’opinione pubblica”, per non buttare “quantità di denaro incommensurabili” e per “evitare sbilanciamenti della rete che si ripercuoterebbero in bolletta”.

L’evento è stato anche l’occasione per ampliare il dibattito sui temi che verranno trattati al G7 energia il 9-10 aprile a Roma. Il TAP, in particolare Michele Mario Elia, Country Manager Italy di Trans Adriatic Pipeline (TAP), ha evidenziato un’errata percezione dell’opera perpetrata finora: “Ci concentriamo sull’infrastruttura senza guardare a ciò che porterà (20 miliardi di m3 di gas ndr) – ha commentato – Sono 8 km, più 1,5 km di tunnel, ma abbiamo molte prescrizioni VIA da rispettare”.

Di rimando con quanto detto da Calenda, Giovanni Murano, Presidente, AD e Direttore Generale di Esso Italia ha descritto come “una favola” “pensare che entro 20 anni il parco auto circolante in Italia sia elettrico”. Ci abbiamo messo 20 anni dalla commercializzazione dei veicoli ibridi perché questi venissero impiegati come taxi, ha sottolineato Murano. Inoltre, la transizione energetica è “un mondo complesso che richiede un processo complesso”, ha rimarcato Massimo Nicolazzi, Head dell’Energy Program di ISPI. Tenuto conto che si passa da fonti a maggiore densità energetica a risorse a minore densità, bisogna “cambiare i play movers: se si vuole la macchina elettrica bisogna cambiare macchina, non fare il pieno con un carburante diverso”.

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