Riciclo, i trasporti pesanti a rischio di smaltimento fuori Italia

Trasporti Pesanti AiraassociazioneI trasporti pesanti rappresentano una filiera strategica nella economia delle merci italiana non solo nel corso del loro utilizzo ma anche nel mercato secondario dell’usato e del riciclo. In quest’ottica ha sorpreso l’associazione di categoria dall’AIRA (Associazione dei Riciclatori di Auto) rispetto l’iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti che con il Decreto del 19 luglio 2016 ha stabilito incentivi alle imprese di autotrasporto. Il Decreto del Direttore Generale per il Trasporto Stradale e per l’Intermodalità ne contiene le disposizioni attuative. Di fatto vengono assegnati per l’anno 2016, 6,5 milioni di euro di contributo dello Stato per incentivare la radiazione dal parco circolante italiano dei mezzi pesanti non solo mediante la rottamazione dei veicoli più obsoleti ed inquinanti, ma anche mediante l’esportazione degli stessi in Paesi estranei all’Unione Europea.

L’effetto secondo il Presidente dell’Associazione Mauro Grotto è di fatto la legalizzazione di una esportazione di inquinamento in paesi limitrofi come Serbia, Albania o Africa. Inoltre il Decreto non prevede dei limiti per eventuali compagnie straniere che stanno riutilizzando questi mezzi pensanti acquistati con un notevole vantaggio competitivo, di tornare a circolare nella stessa Italia. 

Il rischio come sottolinea a Canale Energia Grotto è di “creare un vuoto di mercato per il commercio italiano rispetto il recupero dei materiali su veicoli fuori uso e spostare di fatto l’inquinamento di pochi km senza ridurne gli effetti negativi sull’ambiente”. Della filiera virtuosa del riciclo ad esempio ne giovano le aziende di acciaio nostrane

Negli ultimi anni abbiamo cercato di combattere l’esportazione perché ad oggi la normativa non consente di accertare che il veicolo esportato sia stato reimmatricolato o riciclato. Di fatto dalle nostri fonti vediamo come si esporti non un bene, ma un rifiuto. O peggio questi beni entrano in filiere border line, non sono autorizzate, e vanno ad alimentare mercati paralleli”.

Per evitare che questi scenari diventino sempre più tangibili e, tra l’altro finanziati dallo stesso bonus dello Stato Italiano, l’associazione ha impugnato il Decreto ministeriale al Tar, evidenziando come da un lato, la normativa nazionale, non preveda la dimostrazione dell’avvenuta re-immatricolazione all’estero, limitandosi a chiedere all’aspirante al beneficio la sola notifica di esportazione attraverso una documentazione riduttiva e inadeguata; dall’altro, viola le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ammessi, secondo una ratio di tutela ambientale, esclusivamente “per l’acquisto di nuovi camion (peraltro con limitazioni), per l’adeguamento tecnico e per la demolizione dei veicoli più inquinanti” (vedi T.F.U.E.).

L’obiettivo è riuscire ad avere una modifica al DM nel rispetto del mercato e sopratutto degli obiettivi di COP”! rispetto l’ambiente. Il mercato di riferimento rappresenta una filiera importante per l’industria dello smaltimento e della economia circolare che l’AIRA non intende perdere.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.