Contabilizzazione del calore: più consapevolezza per più efficienza

ValvoletermostaticheIl mercato italiano della contabilizzazione dei consumi energetici acquista un peso sempre maggiore, soprattutto in merito all’imminente obbligo di legge legato al computo del calore nei condomini e all’installazione delle valvole termostatiche. Ne parliamo con Antonello Guzzetti, Country Manager italiano di Qundis.

Qual è il vantaggio derivante dall’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore in condominio?

Con l’installazione di strumenti di misura del calore in condomini dotati di impianto centralizzato di riscaldamento si vanno a modificare le ripartizioni delle spese dell’immobile. Si rende così autonomo un impianto di riscaldamento centralizzato, offrendo l’opportunità di pagare per il consumo effettivo. La contabilizzazione può essere diretta, attraverso i contatori di calore (che somigliano al contatore di energia elettrica), o indiretta, attraverso i ripartitori di calore. In quest’ultimo caso si può abbinare un sistema di termoregolazione per l’uso del calore in base alle singole necessità.

È combinando diverse tecnologie si ottiene il maggior risparmio?

Abbinare il ripartitore di calore al termoregolatore è molto importante. Si tratta di sistemi che consentono il prelievo dei dati di consumo e la loro trasmissione radio. L’operatore o il service provider, che agiscono in remoto, ricevono l’informazione e la trasformano in un dato di lettura pronto per essere consultato dall’utente o dall’amministratore. È su queste informazioni che si fanno i conteggi. Al momento è al vaglio la messa in cloud di questi dati, in modo che gli utenti possano verificare a distanza i propri consumi. Una possibilità importante che, attraverso tabelle e grafici di confronto, potrebbe favorire un ulteriore risparmio. Un passo verso il futuro.

Può darci una stima dei risparmi conseguibili?

L’adozione di questi sistemi centralizzati, in aggiunta a sistemi di contabilizzazione esistenti, consente di avere la massima resa in termini di risparmio percentuale – si parte da un 15% e si arriva a un 25% – rispetto a un vecchio impianto. Dal secondo anno si ha già la possibilità di recuperare la spesa.

Dunque l’utente diventa veramente “padrone” dei propri consumi…

L’insieme di queste informazioni consente all’utente di monitorare e ridurre i propri consumi. Per offrire supporto ai partner consolidati e comprendere quali sono le esigenze di mercato, Qundis, già attiva nella progettazione di questi prodotti, è entrato nel mercato italiano. In questo modo potrà favorire il trasferimento di competenze e conoscenze agli operatori di settore.

Avete promosso formazione e informazioni verso i vostri clienti?

Oltre a una campagna pubblicitaria per i consumatori, promuoviamo corsi di formazione a clienti e partner che acquistano i nostri prodotti. La formazione è fondamentale per evitare che si creino delle incomprensioni e per favorire un cambio di mentalità. È un processo abbastanza lento, come quasi tutte le novità. Al momento rileviamo una crescita di interesse grazie alla promozione pervasiva fatta negli ultimi anni.

Guardate con interesse ai mercati esteri?

Sì, pensiamo all’internazionalizzazione della società: oltre all’Italia, guardiamo a Francia, Spagna, Grecia, Turchia e ai paesi dell’Est, chiaramente.

Obbligo normativo ed efficientamento dei consumi: due facce della stessa medaglia?

C’è una rispondenza a livello normativo: l’obbligo fatto legge con il D.lgs n.102/2014. La cosa che si sta ancora cercando di capire è come adottare questi sistemi. Qui nascono diverse filosofie, ad esempio sulla ripartizione e l’installazione dei sistemi. La ripartizione delle spese di riscaldamento e acqua calda sanitaria, prevista con la UNI 10200, è al momento in discussione ed entro la metà di giugno ci sarà una consultazione pubblica per la sua applicazione. La spinta va verso una maggiore consapevolezza dell’utente finale che deve capire come poter adeguarsi alla legge.

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