L’efficienza è denim

DenimMichele Garbuggio, nato a Vicenza nel 1985, master degree in Environmental Engineering all’Università di Padova, lavora da 4 anni all’interno del dipartimento Facility & Safety dei Diesel Headquarters di Vicenza e da 3 anni opera come Energy Manager nominato dalla Società ai sensi della legge 10/91, avendo frequentato diversi corsi di formazione promossi da ENEA e FIRE. Attualmente è responsabile del Sistema di Gestione dell’Energia aziendale e in corso di conseguimento della certificazione EGE.

DieselLa sua azienda ha messo in atto un progetto strutturato di efficienza energetica?

Sì. Il Diesel Village di Breganze, a Vicenza, ospita ad oggi circa 900 persone ed è il quartier generale della società, raggruppando le principali funzioni aziendali del Gruppo. La complessità tecnologica della sede ha richiesto l’implementazione di un sistema di gestione dell’energia che, attraverso il monitoraggio dei flussi in entrata, dei rendimenti di trasformazione e degli utilizzi finali, ci permette non solo di gestire correttamente e ottimizzare il funzionamento degli impianti, ma anche di individuare ulteriori opportunità di efficientamento.

Nello specifico, quali interventi sono stati eseguiti e quali vantaggi avete registrato dalla loro implementazione?

Dal punto di vista dell’efficienza energetica, già in fase di progettazione sono state adottate soluzioni edilizie (involucro ad alte prestazioni termoisolanti, tetti verdi, sistemi di ombreggiamento attivi e passivi), impiantistiche (una centrale di cogenerazione, un impianto fotovoltaico integrato in copertura, un impianto solare termico, recuperatori di calore per l’aria espulsa) e gestionali (building automation system per la regolazione termomeccanica e dell’illuminazione artificiale) che hanno consentito agli edifici di ottenere la certificazione energetica in classe A.

Tuttavia, per il mantenimento delle prestazioni, la tecnologia non basta: è necessaria una corretta gestione in termini di programmazione oraria e scelta degli intervalli di lavoro, variazione dei set-points stagionali, sfruttamento dei cascami termici e del free cooling che, come detto in precedenza, deriva innanzitutto da un’attenta analisi dei dati di monitoraggio. La sola ottimizzazione degli impianti ci ha permesso, nell’arco di due anni, di ridurre i consumi di circa il 22%, ricorrendo al massimo a piccoli investimenti di natura informatica per intervenire sulle logiche di funzionamento.

Oltre agli interventi di carattere puramente gestionale di cui sopra, stiamo valutando l’installazione di apparecchi a LED e l’implementazione di soluzioni per migliorare le prestazioni delle macchine di condizionamento del Data Center (il Diesel Village ospita i server di tutto il Gruppo). Il solo utilizzo della cogenerazione, rispetto a impianti di tipo tradizionale, garantisce all’azienda un risparmio annuo di circa 250.000 € per una vita utile di almeno 10-15 anni.

Ritiene che la sua azienda svilupperà opportunità di investimento in termini di efficienza energetica?

Spero proprio di sì, è il compito degli EGE, delle ESCO e degli Energy Manager aiutare le aziende a individuare queste opportunità, e ad attuarle attraverso tutti gli strumenti tecnologici e finanziari disponibili.

Ritiene che gli strumenti incentivanti rispondano alle peculiarità dei singoli interventi?

Gli incentivi non mancano e offrono possibilità interessanti (si pensi al nuovo Conto Termico 2.0), ma a mio avviso il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica rimane ancora al di sotto delle sue potenzialità. Inoltre, in Italia servono più fondi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare della Pubblica Amministrazione e nel privato per condomini e complessi residenziali.

Il quadro normativo in tema di efficienza energetica è chiaro e completo?

Anche in questo caso, nonostante i recenti interventi normativi (primo fra tutti il D.Lgs. 102/2014 sulle Diagnosi Energetiche), ritengo ci siano ancora ampi margini di semplificazione e potenziamento.

Oggi i decisori aziendali si mostrano più sensibili di ieri all’uso razionale dell’energia?

Domanda interessante. Nella mia esperienza (settore civile) la sensibilità al tema è elevata in termini di etica aziendale e di generica aderenza a princìpi di sostenibilità, ma la fiducia negli investimenti rimane bassa. In altre parole, l’efficienza energetica – perlomeno nelle imprese poco energivore – è tuttora vista più come una scelta etica che un’opportunità economica e cede il passo a processi per l’abbattimento dei costi (solitamente) più rapidi, come il procurement.

La sfida comunicativa di chi fa il mio lavoro è proprio quella di mostrare ai decisori aziendali come, una volta tanto, riduzione dei costi e sostenibilità vadano di pari passo quando si parla di uso razionale dell’energia. Vogliamo menzionare inoltre le opportunità offerte dal green marketing e dal ritorno d’immagine, specie nel mondo della moda?

Studiare da Esperto in Gestione dell’Energia: quanto conta la formazione?

Una buona formazione è fondamentale, ma l’esperienza e l’aggiornamento professionale ricoprono un ruolo ancora più importante. Questo è un settore in rapida espansione e trasformazione, a carattere fortemente multidisciplinare e molto legato alle nuove tecnologie e all’evolversi delle normative: la formazione deve essere continua, guidata innanzitutto da curiosità personale e accompagnata da varie e costanti esperienze sul campo.

Quest’anno la FIRE promuoverà un portale per la condivisione di esperienze: ritiene possa essere d’aiuto per accrescere la forza degli interventi di efficientamento?

Sicuramente. Qualunque iniziativa che favorisca lo scambio di informazioni e di esperienze non può che rafforzare il settore dell’efficienza.

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste