Il nostro obiettivo è il mercato europeo centro-mediterraneo

GaspipelierightI consumi di energia hanno conosciuto una decrescita costante in Italia e in Europa nel corso degli ultimi anni a causa della crisi, fatta salva qualche eccezione congiunturale e non in tutti i mercati. L’andamento del PIL, parallelamente, ha seguito un percorso simile aggravando la situazione.

In questo scenario ha senso continuare a prospettare un aumento della liquidità nel sistema gas italiano? Lo abbiamo chiesto a Sergio Garribba, già professore del Politecnico di Milano e dell’Università Bocconi.

“Quello che è vero in Italia si applica anche in parte all’Europa, dove la domanda di gas tende a essere stazionaria e a non crescere. Questo ha portato la Russia – ci spiega Garribba – a rivedere le sue decisioni per quanto riguarda il South Stream, non una scelta politica quanto economica. Vanno inoltre considerate le tensioni con la Russia che la fanno ritenere un partner poco affidabile, soprattutto da parte dei Paesi dell’Est.

Quindi in Europa, anche alla luce del declino della produzione interna, c’è spazio per una nuova domanda gas e in questa logica l’Italia può giocare un ruolo importante. Il cosiddetto Corridoio Sud che porterà nel nostro Paese 10 mld di mq e l’eventuale soluzione dei nuovi terminali di rigassificazione hanno senso non per la domanda italiana ma per quella europea.

Affinché tutto ciò sia possibile è necessario potenziare le connessioni, creare le condizioni per i contro-flussi consentendo le esportazioni, investire in grandi sistemi di stoccaggio. Se l’Italia guarda a una prospettiva di medio termine, da qui a dieci anni, si può proporre come piattaforma gas per l’Europa centro-meridionale. Si dovrebbe però pensare a dei collegamenti con la Francia, a un potenziamento delle reti per l’export, a guardare al sistema balcanico e a quei Paesi che non si affacciano sul mare e hanno come unico fornitore la Russia”.

La Germania è l’ultimo Stato europeo ad aver rilanciato l’opzione “fracking”. Il settore del “non convenzionale” rischia di influenzare questa prospettiva italiana?

“No, perché in uno scenario a dieci anni viene meno la produzione di gas europeo, ad esempio guardando ai giacimenti del Mare del Nord che si stanno esaurendo. Questa opzione è interessante, ma l’Europa non ha riserve comparabili a quelle di altri Paesi come gli Stati Uniti.

I territori che hanno risorse da shale non sono molti, Francia, Germania, Romania, Ucraina, etc, ma non ci sono le possibilità imponenti di altre regioni. Certo va notato che, comparando le tecnologie negli ultimi cinque, forse dieci anni, il contributo più grande all’offerta di energia è stato dato dal fracking e non, ad esempio, dalle rinnovabili”.

Rendere tangibile e sfruttabile questo mercato europeo che il gas italiano può aggredire non comporta solo uno sforzo da parte nostra?

“Stiamo parlando di un arco temporale ampio ma le decisioni andrebbero prese subito. A questo riguardo ritengo che le riunioni del Consiglio Energia dell’Unione Europea siano molto deludenti, perché si parla soltanto di alcuni argomenti (fonti rinnovabili ed efficienza energetica) e non si imposta un discorso strategico su offerta e domanda di energia in Europa, né si guarda ai grandi rischi geopolitici.

Detto questo, l’Italia ha come suoi alleati in questa strategia di piattaforma gas per l’Europa centro-meridionale i Paesi che non hanno accesso al mare e che quindi possono approvvigionarsi solo tramite gasdotti: Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria, Serbia, etc. L’Italia per loro può rappresentare il corridoio più strategico e bisogna fare una politica in questo senso”.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.