La via pugliese per l’innovazione

Puglia

Celebrare il passato rilanciando il futuro. Questo il senso profondo dell’evento che lo scorso 19 gennaio ha reso omaggio ai 90 anni dell’Università degli studi di Bari. Per l’occasione è stato organizzato il convegno “Politiche dell’Innovazione, terza missione e sviluppo del territorio” che, come spiega il Prof. Giuseppe Pirlo, referente dell’Università degli studi di Bari per Agenda digitale e smart city, ha fatto il punto su una regione, la Puglia, “che si è distinta negli ultimi anni per le politiche di innovazione anche lungimiranti che ha adottato, divenendo un laboratorio di settore molto interessante e caratterizzato da una rete di innovatori che opera in tanti campi: smart health, e-government, trasporti intelligenti, logistica, etc”.

Con l’occasione si è svolto anche l’atto di nascita di Stati generali dell’innovazione – Puglia, articolazione regionale dell’associazione di respiro nazionale.

Il rapporto con aziende e territorio è uno degli aspetti che meglio caratterizza l’Università di Bari?

L’università ha una terza missione, oltre a ricerca scientifica e didattica: creare legami con il territorio e avere un’influenza diretta su di esso. L’evento ha riunito questa rete di innovatori che vengono dal mondo istituzionale, della grande impresa o delle Pmi, dalle associazioni e dagli stessi cittadini. Quello che serviva era un riferimento, che si è voluto creare nell’Università, anche per dare un senso nuovo al lavoro che facciamo, rendendoci uno strumento di servizio per il territorio. L’aula gremita ci ha dato la consapevolezza di un’attenzione importate e variegata del territorio pugliese. Ora c’è l’idea di continuare a camminare insieme trovando soluzioni condivise tra politica e territorio.

Si intuisce che il vostro ruolo di formatori, in questo caso nel campo dell’innovazione, non si limita più ai soli studenti.

Serve educazione alla cultura digitale poiché i servizi di riferimento si possono anche sviluppare, ma poi vanno utilizzati. È inutile essere pieni di APP se poi i consumatori continuano a servirsi in maggioranza dei canali tradizionali di servizio.

Come università vogliamo essere attivi su questo fronte anche avviando nuove modalità operative per accrescere la consapevolezza su strumenti e metodologie proprie, ad esempio, di agenda digitale e smart city.
Una città smart può essere cablata, ma lo diventa se sono i cittadini a essere smart. L’Università sta realizzando progetti per la formazione nel campo dell’agenda digitale e delle smart city attuando strategie innovative, con la didattica che non è quella tradizionale. Può capitare, ad esempio, che siano i nostri studenti che vanno nelle scuole superiori a spiegare questi concetti. Cerchiamo di organizzare momenti in cui le persone siano accompagnate all’acquisizione di conoscenze fondamentali.

Quali sono le esigenze per il prossimo futuro della rete degli innovatori pugliese?

Molto è stato fatto per favorire la nascita delle start up innovative, poco invece per le Pmi già esistenti. In Puglia abbiamo tante piccole e medie imprese che non riescono a innovarsi, non potendo distrarre energie per formazione e innovazione.

Per quanto riguarda le start up, inoltre, ci si è impegnati per favorire i giovani che voglio intraprendere nuove iniziative d’impresa, ma queste saranno inevitabilmente realtà ad alto rischio perché lavoreranno su temi di frontiera ed è fisiologico che non tutte funzioneranno. Dato ciò, per quelle attività senza feedback positivo serve che i giovani possano uscirne altrettanto semplicemente. Purtroppo chiudere un’impresa è più difficile che aprirla.

Quali sono le punte di diamante di questo sistema?

Si può citare il fatto che l’Università di Bari annovera tra i suoi studenti i creatori di una piccola start up, Nextome, che lo scorso anno è risultata al web summit di Dublino la start up più innovativa al mondo, superando circa 2000 concorrenti.

Una delle realtà più attive è poi quella legata agli open data che ha fatto nascere Open Puglia, una rete di persone che si occupano di dati aperti.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.