Salvare le risorse idriche con le acque di runoff

GrandipioggeAnche le acque di run off stradale, se non gestite correttamente, possono causare danni all’ambiente. Questo perché, formandosi in seguito a eventi piovosi, sono responsabili del dilavamento degli inquinanti presenti sulle superfici di strade, zone industriali, piazzali etc. Capire quali sono questi inquinanti e conoscerne la portata per calcolarne la massa consente di studiare nuove soluzioni in grado di minimizzare il loro influsso negativo sul territorio. Ne parliamo con Paola Foladori, professoressa all’Università di Trento.

Ottimizzazione del monitoraggio: quanto conta l’automazione?

La strumentazione automatica è fondamentale in questo tipo di studi perché non è possibile controllare la pioggia in maniera manuale. L’inizio delle precipitazioni e il dilavamento non coincidono: l’acqua può evaporare o essere assorbita dal terreno e l’approccio automatizzato consente di iniziare, in tempo reale, a misurare i primi 5 mm di pioggia, in cui è presente la maggior concentrazione di inquinanti. Pur essendo una metodologia consolidata, con il telecontrollo prevediamo margini di miglioramento grazie alle informazioni sulla portata e sugli inquinanti.

Campionamento

Il regime delle piogge è cambiato: come impatta su questo controllo?

Mentre la quantità degli inquinanti resta la stessa, la maggiore intensità degli scrosci aumenta la velocità del dilavamento. Mentre si pensa a carburanti più puliti, i pneumatici, le pastiglie dei freni e la carrozzeria restano gli elementi maggiormente inquinanti del nostro parco macchine. Con la crescita dell’intensità della pioggia questi elementi nocivi arrivano più velocemente ai ricettori (fiumi e laghi, tra gli altri) determinando un picco di inquinamento. Questo testimonia quanto sia importante puntare sull’automazione.

Inquinantirun

Com’è strutturato il quadro normativo per il controllo delle acque di run off stradale?

In Italia non abbiamo una normativa univoca e uniforme, ma solo alcune linee guida condivise nelle singole regioni. Anche a livello internazionale si risente di questa frammentarietà: l’unico fil rouge è rappresentato da casi esemplari e manuali scientifici che testimoniano come l’inquinamento stradale impatti fortemente sull’ambiente.  

Tra le tecnologie adoperate per il trattamento delle acque reflue emerge la fitodepurazione. Si potrebbe pensare di ottimizzare questo (e altri) processo applicandolo anche alle acque di run off?

La fitodepurazione è un meccanismo poco energivoro a basso impatto ambientale che non produce fanghi di depurazione. Per la realizzazione di questi impianti è, però, necessario disporre di vaste porzioni di terreno. Si potrebbe pensare di rivalorizzare le aree inutilizzate, solitamente limitrofe alle grandi statali e autostrade, per questo uso. Esistono anche altre tecnologie che, adoperate per il trattamento delle acque reflue, potrebbero essere usate per le acque di run off. Per queste la criticità è rappresentata dalla necessità di convogliare l’acqua nel medesimo sito di trattamento, possibile solo attraverso le fognature bianche. Inoltre, sarebbero applicabili solo alle acque di prima pioggia, perché non potrebbero gestire gli sbalzi generati dal veloce dilavamento delle acque.

Automazione e telecontrollo: quali possibili usi futuri?

Collegati ad una centralina, alcuni dei sensori che monitorano le acque sono dotati di una sim telefonica, altri permettono di collegarsi a internet. Oltre alla trasmissione dei dati, i sensori permettono, attraverso il telecontrollo, di decidere cosa e dove campionare. La priorità resta conoscere il livello degli inquinanti per poter poi applicare trattamenti idonei prima del recapito in acque superficiali. Tuttavia, disponendo dei dati, non escludo si possa pensare ad altre applicazioni futuribili. Per esempio il riutilizzo delle acque di pioggia per usi urbani, nella logica di risparmiare la risorsa idrica sempre più limitata e preziosa: grazie al monitoraggio della qualità si potrà escludere le prime acque (che è più inquinata) e valorizzare quelle prodotte nelle fasi successive delle precipitazioni.

Inout

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