Pompe di calore a gas, il modello residenziale è pronto

LuigiTischer Robur

Un team multidisciplinare di 25 professionisti che per tre anni ha lavorato a tempo pieno al progetto. Un investimento globale pari a 10 milioni di euro. Quattordici partner tra cui ENEA, Politecnico di Milano, l’inglese British gas, e le tedesche Bosch ed E.on. Sono questi i numeri di  “Heat4U”, il progetto, coordinato da Robur ed entrato a far parte del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico della Comunità Europea, che aveva come obiettivo l’ampliamento dell’applicazione delle pompe di calore ad assorbimento a metano, già utilizzate nel settore light commercial e industriale, per edifici residenziali esistenti.

In occasione della presentazione dei risultati finali del progetto, tenutasi nella sede di Robur a Verdellino (Bergamo) il 13 dicembre, abbiamo intervistato Luigi Tischer, coordinatore di “Heat4U” e Strategic Business Director di Robur, con cui abbiamo tracciato un quadro di questa esperienza europea.

Iniziamo dagli aspetti più tecnologici, quali sono i principi alla base del funzionamento di questi macchinari?

La tecnologia utilizzata è quella dell’assorbimento: al classico ciclo di refrigerazione, utilizzato anche nelle pompe di calore elettriche, si sostituisce, un compressore termico a uno meccanico. In questo modo si evita l’assorbimento di energia della compressione, ma anche un problema tipico della macchina elettrica legato alla dispersione di energia. Se, infatti, in una pompa di calore elettrica, al crescere della differenza di pressione tra l’aspirazione e lo scarico (fenomeno legato alla differenza di temperatura tra l’evaporatore e il condensatore), si ha una maggiore dispersione di energia, questo fenomeno si riduce con un compressore termico, questo accade perché l’incremento di pressione nella macchina viene prodotto tramite un pompaggio, ovvero un processo intrinsecamente meno entropico. In questo modo, quando la differenza di temperatura cresce non si perde efficienza, come accade ad oggi nelle macchine elettriche (il compressore perde efficienza al salire della differenza di pressione), mentre una macchina ad assorbimento quasi non avverte la differenza per via del compressore termico. 

Quali sono i vantaggi in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni di sostanze inquinanti?

I test effettuati mostrano una riduzione dei consumi superiore al 35%, quindi un impatto importante che si ottiene senza dover ricorrere a modifiche infrastrutturali nell’edificio. Ad esempio in una villetta di circa 200 metri quadri con consumi ordinari, abitata da 4 persone, questo risparmio si traduce in una riduzione di circa 1000 euro l’anno di gas metano su circa 3000 euro che questa famiglia avrebbe speso con un normale boiler a condensazione. Anche rispetto le emissioni di CO2, PM ed NOx i dati sono estremamente positivi. Secondo uno studio realizzato dal DG Environnement nell’ambito del programma Ecolabel, infatti, questa tecnologia è quella valutata a minor impatto ambientale.

Come avverranno le fasi di industrializzazione e commercializzazione?

Per queste fasi sono attualmente in corso una serie di conversazioni con i principali player europei sia dell’industria delle utilities sia della produzione degli apparecchi di riscaldamento per concordare soluzioni per lo sfruttamento di questa innovazione. Non abbiamo in questo momento la possibilità di dare date precise, ma l’obiettivo, delle società utilities del gas e dei costruttori, è quello di accelerare il più possibile. Ci aspettiamo si di vedere i primi segnali in questa direzione entro pochi mesi.

State provvedendo a far conoscere il macchinario all’Autorità per l’energia elettrica e il gas? 

L’Autorità è stata informata del progetto, abbiamo avuto diversi incontri. Noi riteniamo che l’Autorità per l’energia possa nel futuro apprezzare sempre di più questa tecnologia e concretizzare tale apprezzamento arrivando a concedere anche per le pompe di calore a gas ad assorbimento i titoli di efficienza energetica e le schede standardizzate che ad oggi sono concesse alle tecnologie equivalenti come il solare termico, le caldaie a condensazione, le pompe di calore elettrico. Chiaramente questo è un aspetto che auspichiamo venga presto risolto dall’Autorità in modo da non determinare la penalizzazione di una tecnologia italiana leader nel mondo, invidiata dalla maggior parte dei nostri partner europei, e che sta trovando ampi riscontri in Europa. 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.