Arresti per rifiuti tossici alla cava di Aprilia, soddisfazione da Legambiente

Aprilia RifiutiSoddisfazione da parte di Legambiente per l’operazione con la quale qualche giorno fa la DDA di Roma e laPolizia di Stato hanno sequestrato una cava ad Aprilia, Comune in Provincia di Latina, utilizzata per sotterrare rifiuti tossici. Nell’ambito dell’operazione sono stati arrestati 22 imprenditori della zona. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i rifiuti pericolosi sarebbero stati stoccati aVelletri per poi essere portati nella cava con camion e interrati con pale meccaniche. 

Il ruolo dell’imprenditoria deviata nel ciclo illegale dei rifiuti 

L’indagine, avviata a marzo 2016 – commenta sul sito di Legambiente Stefano Ciafani, Direttore generale dell’associazione -, è sicuramente una delle più importanti a livello nazionale contro il traffico illecito di rifiuti. Gli arresti di questa mattina dimostrano ancora una volta il ruolo dell’imprenditoria deviata nel ciclo illegale dei rifiuti, che resta uno dei settori prediletti dalla criminalità ambientale”.

“Si tratta di un fenomeno diffuso lungo tutta la Penisola, uno dei più pericolosi nel danneggiare i territori, la salute dei cittadini e le imprese seri – prosegue Ciafani – Fortunatamente, ora, con l’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale, approvata a maggio 2015, si può punire chi inquina anche con strumenti più efficaci come la confisca dei beni e la responsabilità giuridica delle imprese. Una grande conquista per l’Italia che ha finalmente dichiarato guerra agli ecocriminali; attraverso il nostro Codice penale il sacrosanto principio ‘chi inquina paga’ sta diventando realtà”, aggiunge Ciafani.

Il rapporto Ecomafie di Legambiente 

Dall’ultima edizione del rapporto Ecomafie, realizzato da Legambiente, è emerso come, dopo le regioni in cui si riscontra una tradizionale presenza mafiosa, è il Lazio la regione che registra il più alto tasso di reati ambientali. In particolare la regione è al terzo posto per reati sulla gestione dei rifiuti, mentre il suo capoluogo Roma è al terzo posto tra le province italiane.

Il prezzo pagato alla malavita con il vecchio ciclo dei rifiuti ormai è sotto processo o inchiesta ma è urgente intervenire con la messa in sicurezza d’emergenza e la successiva bonifica dell’area a carico dei responsabili – commenta sul sito di Legambiente Roberto Scacchi, Presidente dell’associazione per il Lazio

A due anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati, anche nel Lazio si sta facendo un buon lavoro, che vede in primo luogo procure e autorità, utilizzare sempre di più questo strumento aggiunge Scacchi – L’alto numero di contestazioni, sequestri, denunce e verifiche documentali, fa sperare in un nuovo corso di legalità possibile anche nella nostra regione, ma c’è bisogno di tenere altissima la guardia ovunque, a partire dalle aree con maggiore infiltrazione criminale e mafiosa come quella pontina. Torniamo quindi a chiedere alla Regione di riavviare l’Osservatorio Ambiente e Legalità, come strumento utile proprio ad aumentare le possibilità di prevenzioni dagli ecoreati sul territorio”.

 

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