Galletti, “Parametri Bes nel Def, un passaggio storico”

Shutterstock 282865382Un passaggio storico, epocale, che permetterà di misurare la crescita del Paese non solo per i beni prodotti ma anche per l’impatto di questa produzione su alcuni indici, tra cui anche le emissioni di CO2. Il nostro obiettivo è il cosiddetto disaccoppiamento: crescere diminuendo la CO2, cioè il contrario della decrescita felice”. Così  il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha definito in un’intervista a RaiParlamento, l’introduzione nel Def dei nuovi parametri per la valutazione del benessere del Paese, i BES, indicatori di benessere equo e sostenibile. 

Valutare non solo il PIL 

«Le strade percorribili – ha spiegato il ministro – sono due: produrre meno ed emettere meno o tentare di produrre di più con tecniche che permettono di emettere meno. Il punto di arrivo deve essere quello di misurare tutti i Paesi in questo modo, prendendo a riferimento non soltanto il Pil, ma anche l’effetto che questa produzione di beni ha sul Paese”.

Grazie agli interventi strutturali come gli ecoincentivi e le azioni messe in campo dal Governo – ha detto Galletti – il valore della CO2 pro capite è stato rallentato. Abbiamo impegni europei molto onerosi e dobbiamo andare avanti: con la strategia energetica nazionale, quelle per lo sviluppo sostenibile e per i cambiamenti climatici stiamo lavorando ad un piano strategico industriale del Paese da qui al 2030″.

Protocollo Ministero dell’Ambiente- Istat 

L’intensificazione dello scambio di conoscenze, dati e informazioni necessarie a definire statistiche, conti e analisi ambientali e di sviluppo sostenibile è il perno attorno a cui ruota il protocollo firmato dal Ministro Gian Luca Galletti e dal Presidente dell’Istituto nazionale di Statistica Giorgio Alleva con cui viene rinnovato l’Accordo quadro sottoscritto dalle parti nel 2013, esteso ora ad ulteriori ambiti della crescita sostenibile. 

Nell’ambito della collaborazione verrà data molta importanza alle tematiche di interesse comune in ambito europeo e internazionale tra cui i ‘substainable development goals’ dell’Agenda 2030 dell’ONU, senza tralasciare la finanza per il Clima e gli  aiuti per lo sviluppo, al centro dell’intesa raggiunta alla Cop21 di Parigi. 

“In una fase che vede l’ambiente acquisire una storica centralità nelle scelte economiche – spiega in una nota il ministro Gallettiè prioritario dotarsi di strumenti in grado di misurare con certezza gli impatti delle scelte ambientali sulla società, l’incidenza che queste hanno in ambito economico-finanziario e allo stesso tempo fornirci un metro di valutazione trasparente per dare seguito agli impegni che ci vengono chiesti a livello internazionale. L’intesa con l’Istat è dunque – conclude il Ministro – un valore aggiunto per portare il Paese verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.

L’accordo – commenta in nota  Giorgio Alleva, presidente dell’Istatconsente di dare ulteriore impulso alla strategia perseguita dall’Istat, anche a fronte di una partnership di alto profilo istituzionale, di fornire informazioni e analisi di maggiore qualità e rilevanza al fine di sviluppare nuove prospettive su questioni cruciali come l’ambiente urbano, i cambiamenti climatici, la mobilità sostenibile, le risorse idriche. La costruzione di indicatori statistici di elevata qualità per l’Agenda sullo sviluppo sostenibile affidata dall’Onu all’Istat – conclude Alleva – rende ancor più centrale il lavoro che andremo a svolgere”.

L’accordo, come si legge in una nota, prevede anche “la preparazione di dati a supporto del catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e dannosi previsto dal Collegato Ambientale, il sostegno al rapporto sullo Stato del Capitale Naturale, la green finance e i green jobs, come anche l’analisi dei flussi di materia sull’efficienza delle risorse e l’economia circolare”

 

 

 

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