Dal 2020 auto elettriche sempre più convenienti

ForumAutomotive 27.03.17Una perdita di quote di mercato dei motori diesel in tutt’Europa a vantaggio delle vetture ibride a partire dal 2020 e uno spostamento entro il 2030 verso soluzioni elettriche che costituiranno il 20% del totale delle immatricolazioni (anche grazie alla riduzione dei costi delle batterie. Sono alcuni degli scenari descritti dall’analisi “Emissioni: sempre più vicina l’Era dell’ibrido e dell’elettrico”, condotta, a livello europeo, dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners e presentata ieri a Milano nel corso di #FORUMAutoMotive. 

In generale lo studio spiega come in tema di riduzione delle emissioni si siano ottenuti già dei miglioramenti, ma come ciò non sia sufficiente. Il quadro tracciato mostra, infatti, come debba diventare prioritario per l’industria automobilistica l’obiettivo di un ulteriore abbattimento dei livelli di sostanze inquinanti in atmosfera. In particolare dai dati del report emerge come le emissioni di ossidi di azoto dei veicoli si siano ridotte del 40% nel passaggio dalle vetture Euro 3 a quelle Euro 6, ma come allo stesso tempo nell’uso su strada i veicoli diesel ancora oggi emettano ossidi di azoto 5-7 volte superiori ai limiti di legge e dalle 3 alle 7 volte superiori rispetto ai dati di omologazione. In questo contesto, se si dovesse quantificare l’impegno richiesto per il raggiungimento dei target previsti per il 2021, bisognerebbe richiedere ai costruttori di raddoppiare il tasso annuale di riduzione delle emissioni su strada. 

Auto ibride ed elettriche in crescita, diesel in calo 

Nel percorso di abbattimento delle sostanze inquinanti un ruolo chiave sarà rivestito da auto ibride ed elettriche. A partire dal 2020, spiega il rapporto, si ridurrà il divario tra le vetture ibride e quelle con alimentazioni “tradizionali”, e le auto elettriche di piccole dimensioni diventeranno sempre più convenienti. Il trend si caratterizzerà per una continua crescita e nel 2030 il mix di propulsori auto europei vedrà quelli “alternativi” sostituire in modo significativo quelli convenzionali. Al primo posto troveremo i motori ibridi a benzina (28%), seguiti da quelli a benzina (25%), dai veicoli elettrici (20%), dagli elettrici plug-in (18%). In coda i diesel con una quota residuale (9%).

I timori connessi alle emissioni inquinanti generati dal “dieselgate” e la consapevolezza dei maggiori costi che le aziende automobilistiche dovranno sopportare, per migliorare l’ecologia dei motori a combustione interna, alimentano la convinzione che l’elettrificazione diffusa sia più vicina”, commenta in nota Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia.

“la tecnologia delle batterie si sta evolvendo rapidamente e i costi scendono per effetto delle economie di scala; nei prossimi 15 anni dovremo aspettarci una progressiva trasformazione delle fabbriche di motori per adattarsi alle nuove tecnologie e molti produttori saranno obbligati ad affrontare un cambiamento strutturale dei rispettivi assetti produttivi”, aggiunge il manager. 

L’analisi, spiega nella nota il Promotore di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora, “mette in evidenza lo stato dell’arte del settore automotive, mentre dall’altra ribadisce le persistenti carenze delle istituzioni a livello decisionale, brave solo a enunciare e minacciare sanzioni e molto meno a mettersi d’accordo su un piano condiviso a livello globale e soprattutto realizzabile da parte dei costruttori, come se questi ultimi fino a ora fossero rimasti a guardare. La frattura sul tema emissioni che si va prospettando, inoltre, tra la nuova visione americana, dettata dalla politica del Presidente Donald Trump, e quella Ue, più concentrata sul “green”, non farà altro che rendere ancora più complicata la vita alle Case automobilistiche. Insomma, il rischio è che a prevalere sarà il caos e che a farne le spese potrebbero essere, nella sempre più disgregata Europa, i livelli occupazionali nel settore. Per non parlare dello spettro di nuove tassazioni per contribuire a completare gli ingenti investimenti evidenziati nella ricerca di AlixPartners”

Infrastruttura di ricarica, un ritardo da colmare 

Sul fronte dello sviluppo dell’infrastruttura di ricarica lo studio evidenzia, come si legge in nota,  “un netto ritardo rispetto all’evoluzione del parco di vetture elettriche”. In questo contesto si prospetta la necessità di investimenti pari a 3.700 miliardi di euro nei prossimi 15 anni a livello globale per 448 città con un milione di abitanti. Entrando nello specifico per le città di Londra, Francoforte, Milano e Parigi saranno necessari 30 miliardi di investimenti, una cifra che si potrà raggiungere utilizzando finanziamenti diretti e (Comuni, Regione, nazionale e pubblico) e indiretti da capitale privato (incentivi, detrazioni fiscali, prestito a bassi interessi e rendimenti regolamentati).

 

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