Bioplastiche, trend in crescita nel 2015. Ma attenzione ai sacchetti illegali

475 mln di euro di fatturato complessivo 

Bioplastiche Sacchetti

Numeri positivi quelli registrati dall’industria delle bioplastiche in Italia nel 2015. Secondo il rapporto realizzato dalla società indipendente Plastic Consult, il fatturato complessivo è salito del 10% e ammonta a 475 mln di euro. Le aziende attive sono aumentate del 5% arrivando a 210 così suddivise: produttori di chimica e intermedi di base (4), produttori di granuli (16), operatori di prima trasformazione (128) e operatori di seconda trasformazione (60). Contro i 31 operatori che hanno fatto il proprio ingresso sul mercato, 20 imprese della seconda trasformazione si sono tramutate in operatori di prima trasformazione.

Segno positivo per occupazione e manufatti prodotti

Un trend positivo che ha toccato anche il settore occupazionale, con un +5,5% di addetti pari a 2000 nuovi impiegati, per un totale di 54.500 ton di manufatti prodotti, +25%. Nello specifico, il 73% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 17% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 18% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona.

Due trend preoccupanti

Due, però, gli orientamenti preoccupanti che emergono da questi dati: come si legge in nota, la mancata applicazione delle sanzioni amministrative – introdotte il 21 agosto 2014 – ha determinato una crescita del 10% della quota di mercato degli shopper compostabili monouso. In secondo luogo, nei primi mesi del 2016 si è registrato un ritorno massiccio al  polietilene, il materiale plastico più diffuso. “I dati 2016 dimostrano in modo inequivocabile il potenziale di crescita dell’industria delle bioplastiche che con l’agricoltura a monte e l’industria del compostaggio a valle costituisce un vero e proprio sistema economico in grado di innescare processi di rinascita economica e di sviluppo densi di opportunità“, ha commentato in nota Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche.  Il rischio è che la crescita del comparto sia compromessa “dallo stato di diffusa illegalità intorno alla legge 28/2012“, prosegue Versari.

Recentemente, Legambiente si è concentrata sull’illegalità dei sacchetti in ciroclazione in Italia. Un volume, pari a circa 40 mln di ton di plastica, che frutta alla filiera nera della camorra circa 160 mln di euro, 30 mln solo per evasione fiscale, e determina un aumento di 50 mln di euro dei costi di smaltimento.

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