Report Nimby Forum: opposizioni nel comparto rifiuti a livelli record

Nimby Forum, rifiuti settore più contestato 

Shutterstock 316733177Un quadro che a livello generale si mostra stabile e che vede tra i settori più contestati  quelli dell’energia e dei rifiuti. E’ la fotografia scattata dall’XI rapporto dell’Osservatorio Media Permanente Nimby Forum®, il database nazionale che dal 2004 monitora la situazione delle opposizioni contro opere di pubblica utilità e insediamenti industriali in costruzione o ancora in progetto. 

Il comparto dei rifiuti è il più contestato, FV in ritirata

In particolare a essere presi di mira dal movimento del No sono prevalentemente termovalorizzatori e biodigestori, che rappresentano rispettivamente il 10,5% e il 16,9% del totale delle opere contestate.  Andando più in dettaglio si vede come il settore più esposto alle critiche è quello energetico che registra una percentuale del 52,33% delle rilevazioni totali. Il dato più importante è, invece, quello relativo ai rifiuti che registra un aumento dell’11,8% rispetto al 2014 tornando ai livelli record del 2009. Altro elemento rilevante è l’assenza di impianti fotovolaici contestati, aspetto che può essere messo in relazione con il calo degli investimento nel settore, -31% nel 2015, come attestano i dati del GSE. L’eolico, invece, registra 14 contestazioni (4% sul totale) nel corso del 2015 e ha visto una crescita del 338% di investimenti. 

“Ogni tentativo di mutamento dello status quo incontra enormi difficoltà in Italia, anche quando l’iniziativa industriale oggetto di Nimby è senza dubbio migliorativa in termini di sostenibilità, tanto ambientale quanto economica. Continua a mancare la definizione di un modello di sviluppo condiviso, come obiettivo nazionale, con i cittadini e gli enti locali. E mancano ancora procedure chiare” – commenta in una nota Alessandro Beulcke, Presidente di Allea, l’agenzia che promuove l’Osservatorio Nimby Forum® D’altro canto la disciplina dei contenziosi tra Regioni e Governo, proprio in tema di infrastrutture ed energia, è questione al centro della prossima consultazione referendaria, che auspichiamo possa contribuire ad imprimere una direzione chiara alle prospettive di sviluppo nel Paese”.

“Il giudice amministrativo è il giudice della burocrazia, non il suo vertice nè il suo tutore. Rappresenta spesso l’unico rimedio contro l’illegittimità o l’inerzia e i suoi tempi sono più rapidi di quelli della giustizia civile. Certo, può ancora evolvere culturalmente, acquisendo una maggiore consapevolezza degli effetti di sistema, specie economici, delle sue decisioni (dove essere consapevole non significa, ovviamente, farsi condizionare). Per affrontare la sindrome Nimby occorre intervenire su almeno due fronti: quello del procedimento, dove oggi si scarica la composizione di vari interessi pubblici contrapposti ma equiordinati dalla legge, e soprattutto quello dei decisori pubblici. Bisogna investire nella riqualificazione dei civil servant italiani per educarli a fare, non a difendersi,” commenta Filippo Patroni Griffi, Presidente aggiunto del Consiglio di Stato

Motivazioni delle contestazioni 

Tra i principali motivi di contestazione al primo posto troviamo l’impatto ambientale con il 32,8%, dato in calo del 7% rispetto al 2014. Più in dettaglio a preoccupare è l’inquinamento che registra un + 2,8% rispetto al 2014. Un altro numero significativo è quello legato a opere contestate per un deficit di coinvolgimento dei cittadini o per iter autorizzativi farraginosi e contorti. Un dato, si legge in nota, che potrebbe essere interpretato sia come una maggiore richiesta di coinvolgimento da parte dei cittadini sia come un effetto della “scarsa efficacia della legislazione nel definire le regole del gioco per lo sviluppo del Paese”.

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