La finanza fa centro con l’efficienza

È un bBersaglioilancio in chiaroscuro quello che emerge sul settore dell’efficienza energetica dal convegno “Finanza innovativa per le energy smart company”, organizzato da Assoesco in occasione della fiera KeyEnergy di Rimini.

Se da un lato, infatti, l’innovazione tecnologica e il sistema dei certificati bianchi “hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo” del comparto, di contro “recenti criticità normative rischiano di compromettere” il momento positivo, spiega una nota dell’associazione.

Nel mezzo, secondo gli esperti intervenuti nel corso dell’evento, ci sono le nuove possibilità offerte dalle “soluzioni finanziarie innovative che alcuni fondi di investimento sono pronti ad offrire alle ESCo” e, in particolare, a quelle società di servizi energetici integrati “dalla componente smart” utile per una gestione intelligente dell’energia.

Le soluzioni descritte non richiedono immobilizzazioni di capitale. Il finanziamento, che remunera il progetto e il capitale investito, è dato in base alla solvibilità dell’utente finale, ai risparmi energetici ottenuti, all’affidabilità della ESCo e delle tecnologie utilizzate.

Una possibilità utile “in un momento di difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese”, secondo Roberto Olivieri, Presidente Assoesco.

Ci rivolgiamo prevalentemente a progetti del settore privato (industria e commercio), senza comunque tralasciare il settore pubblico” aggiunge Franco Hauri di Adaxia Capital Partners. Il focus, dunque, è su iniziative di taglia media con investimenti tra i 300 mila i 2,5 milioni di euro, “che rappresentano il 70% dei progetti di efficienza energetica in Italia. Dal momento che finanziamo senza capitali in garanzia, privilegiamo tecnologie mature (illuminazione, cogenerazione, caldaie, fotovoltaico) e clienti con accertato profilo creditizio a medio termine”. Si tratta di programmi che garantiscano un ritorno dell’investimento dai 5 agli 8 anni e “comunque non oltre i 10”.

Stefano Fissolo di SUSI Partners, invece, spiega come il finanziamento sia rivolto a progetti dai 2-3 mln di euro fino a un massimo di 20 mln, sia del settore pubblico che del settore privato. “I nostri finanziamenti hanno una durata minima di 6 anni, fino a un massimo di circa 11”.

Detto ciò, come si gestiscono i potenziali di rischio? “Stiamo molto attenti nella valutazione del credito a medio termine del cliente, facendoci supportare da Cerved Rating, una delle maggiori agenzie di rating in Italia”, chiarisce Hauri. “Ulteriori garanzie vengono dalla formula contrattuale, che nella maggioranza dei casi prevede la proprietà degli asset oggetto del contratto, con possibilità di valorizzazione nell’improbabile caso di fallimento del cliente. Il contratto prevede tipicamente pagamenti di canoni fissi o una combinazione di pagamenti fissi e variabili legati al risparmio conseguito, con possibilità di prestazioni garantite tramite assicurazione. Selezioniamo fornitori finanziariamente solidi e con comprovata esperienza. Non abbiamo alcun rischio normativo in quanto eventuali contributi di incentivazione vengono lasciati al cliente o alla ESCo”.

Ci assumiamo il rischio di credito del cliente finale, a fronte di un  impegno contrattuale che preveda canoni fissi o con una percentuale variabile contenuta”, aggiunge Fissolo. “Non ci assumiamo rischi di valuta né normativi o tecnologici di alcun tipo. Eventuali contratti EPC, quindi con prestazioni garantite, non devono prevedere risoluzioni anticipate del contratto se non in presenza di gravi inadempienze prestazionali”.

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