Sostenibilità e modelli di business: la parola chiave è integrazione

Shutterstock 294667586Recentemente il WWF ha realizzato il report “Slow Road to Sustainability” e ha dato una valutazione, secondo standard approvati, delle aziende che aderiscono al ‘Consumer Goods Forum’ analizzandone l’impegno sul fronte della sostenibilità. Dallo studio è emerso come solo 22 aziende – delle 256 prese in esame, tutte  realtà importanti nel settore dei beni di consumo e nella loro distribuzione – abbiano promosso iniziative costruttive per rendere sostenibili la produzione di soft commodities, nonostante l’impegno preso. Tra queste 22 realtà produttive virtuose c’era anche SCA, multinazionale specializzata settori dell’igiene e del forestale con i suoi brand TENA, Nuvenia, Tempo, Tork, Demak’Up e Libero. insieme ad Antonio Zanframundo, operations Director Italy e Lucca site Manager di SCA abbiamo parlato dell’impegno del gruppo nell’ambito sostenibilità. 

Qual è  l’importanza che attribuite alla sostenibilità all’interno del vostro business ?

La sostenibilità per SCA, parlo sia a livello globale sia a livello italiano, è fondamentale. Questo elemento è parte integrante del nostro modello di business, non è un elemento a sè stante all’interno dell’attività dell’azienda. Se si legge, infatti, il nostro annual report si può vedere che il programma di business a livello mondiale si basa su tre pilastri fondamentali: efficienza, innovazione e crescita.

Questi pilastri si vanno ad “appoggiare” proprio sulla sostenibilità che, a sua volta, si caratterizza per tre aspetti fondamentali: ambientale,  sociale e finanziaria. Ci sono, quindi, dei nessi tra l’aspetto di business e l’ambito più legato alla sostenibilità. Ad esempio, nel pilastro dell’innovazione si cerca sempre di approcciare questo ambito con un occhio attento a sviluppare anche la parte relativa alla sostenibilità sia nella creazione di prodotti sia nella promozione di nuove iniziative. I quattro elementi efficienza, innovazione, crescita e sostenibilità sono, quindi, completamente integrati tra loro e hanno un ruolo centrale nella nostra vita quotidiana e all’interno del business. 

Ci sono diverse designazioni che posso menzionare per sostenere il fatto che a SCA è riconosciuta quest’attenzione alla sostenibilità sia a livello interno sia a livello esterno. Come le diverse certificazioni che abbiamo ottenuto: l’Ecolabel, le ISO (14001 o la 50001 per quanto riguarda l’energia), le certificazioni delle nostre foresteVa poi citato il ‘codice etico’ che è parte integrante del nostro modello di business e ovviamente anche del settore commerciale dove il tema sostenibilità viene declinato in varie accezioni legate sia alla nostra azienda sia ai nostri fornitori. Mi riferisco, in particolare, all’attenzione all’ambiente, al modo in cui si sviluppano le innovazioni, all’efficienza.  Ad esempio, nel codice etico, una parte è dedicata alla misurazione di performance. Abbiamo, inoltre, dei target, espressi anche nel nostro annual report, tra cui quello di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 da combustibili fossili nel periodo compreso tra il 2005 e il 2020. Un altro target molto importante entro il 2020 è quello relativo all’uso dell’acqua. L’obiettivo è quello di ridurre l’utilizzo di acqua del 10% all’interno dei cicli produttivi. Un ulteriore esempio è la valutazione dell’impatto ambientale sulla value chain, sulla catena di valore del prodotto. Va menzionato, inoltre, il fatto che, nella certificazione Ecolabel, viene certificata la product life cycle dei nostri prodotti: in sostanza si fa un’analisi della catena produttiva partendo dalle materie prime per andare a vedere l’impatto che la vita del prodotto avrà sull’ambiente. 

In questo percorso green come si inserisce la partecipazione al Consumer Goods Forum e il riconoscimento ottenuto da parte del WWF?

Il Consumer Goods Forum è una piattaforma globale che annovera al suo interno circa 400 compagnie impegnate nella produzione di beni di largo consumo. All’interno ci sono aziende con grossi fatturati, che superano i 3 miliardi di dollari, presenti più o meno in tutto il mondo. Il forum ha questo obiettivo: guidare un cambiamento positivo e virtuoso e SCA fa parte di questo forum. Siamo anche leader nella condivisione di best practice adottate all’interno dei target di cui parlavo prima. Il WWF ha fatto un’analisi di circa 250 aziende delle 400 menzionate prima e ha cercato di capire come queste aziende operassero, è andato alla ricerca di numeri (ha analizzato ad esempio il ’nostro annual report) che potessero certificare il loro impegno sulla sostenibilità.

E’ stata analizzata inoltre la trasparenza, un elemento molto importante. Ciò si può declinare nei termini del  possesso di una reportistica trasparente sui consumi di risorse ambientali e in un’attenzione alla sostenibilità in generale. Il WWF ha rilevato che, di queste 250 aziende, una ventina, 22 per l’esattezza, tra cui SCA, ha implementato negli ultimi anni delle azioni per rendere più sostenibili beni di largo consumo. Nell’ambito dell’analisi è stato preso in considerazione anche l’approvvigionamento di materie prime, quindi si è prestata attenzione non solo alla parte di produzione legata alle aziende, ma anche a questo elemento. 

Entriamo più in dettaglio, quali iniziative state portando avanti per rendere la vostra produzione sostenibile ?

Vorrei sottolineare alcune iniziative realizzate all’interno degli stabilimenti italiani a partire dal 2015. Parto dall’acqua, elemento fondamentale nella produzione della carta, di cui ci occupiamo qui nell’area di Lucca. In particolare vorrei incominciare con lo stabilimento di Collodi che è uno stabilimento molto particolare per la produzione della carta in quanto fornisce carta colorata.

Ci sono pochi stabilimenti al mondo che producono carta colorata, nello specifico Collodi ha la peculiarità di produrre anche quella con i colori più intensi. Proprio questo tipo di produzione richiederebbe una maggiore quantità di risorsa idrica rispetto alla carta bianca, in quanto gli impianti devono essere ripuliti per passare alle produzioni successive.

In generale gli stabilimenti italiani sono quelli che, a livello di consumo di acqua per chilo carta, sono i più virtuosi in Europa,  all’interno di SCA, attestandosi al di sotto dei 5 litri per chilo di carta prodotta. Per quanto riguarda Collodi è stato completato il piano di gestione delle acque meteoriche dilavanti. In particolare, per tutelare l’ambiente circostante, il progetto ha fatto in modo che tutte le acque meteoriche dello stabilimento di Collodi venissero raccolte e convogliate per il trattamento invece di contaminare l’ambiente. 

Un altro fiore all’occhiello è l’iniziativa portata avanti nello stabilimento di Altopascio, sempre nella zona di Lucca, dove è stato implementato un progetto molto innovativo che sfrutta delle tecnologie pilota. In particolare sono state costruite delle vasche di raccolta di acqua piovana che viene poi trattata e utilizzata nel nostro sito produttivo. L’effetto di questo progetto è stato quello di ridurre del 20% l’emungimento dalla falda. L’ulteriore vantaggio di quest’impianto è poi quello legato al fatto che l’energia elettrica necessaria per filtrare e pompare l’acqua nel ciclo produttivo è equivalente a quella utilizzata dalle pompe per tirar su l’acqua dalla falda. Quindi sia ha un impatto zero sull’energia consumata dallo stabilimento e una riduzione del 20% dell’acqua prelevata dalla falda. Questo è molto importante, perché l’area di Lucca è molto ‘stressata’ da questo punto di vista per la presenza di numerose cartiere.  Passiamo ora allo stabilimento di Lucca, uno dei più virtuosi se guardiamo l’utilizzo di acqua per chilo di carta prodotta. La struttura ha la peculiarità di prelevare la metà dell’acqua che serve per i siti produttivi da acqua superficiale e non solo di falda. Quindi per produrre nello stabilimento di Lucca ci si approvvigiona da fonti superficiali, ma anche da falda. In generale bisogna fare il possibile per limitare l’emungimento da falda e di conseguenza l’impatto sulla struttura dei terreni. A livello di consumi energetici menzionerei, invece, prima di tutto il fatto che lo stabilimento di Lucca e quello di Altopascio sono due strutture munite di impianti di cogenerazione. Questi impianti, grazie a diverse tecnologie, hanno la capacità di autoprodurre l’energia elettrica e il vapore di cui c’è bisogno all’interno dei nostri cicli produttivi. Ovviamente l’energia elettrica è fondamentale per i nostri macchinari così come il vapore è fondamentale nel nostro ciclo produttivo, dato che il vapore serve per asciugare la carta. 

 Vorrei poi citare altri due esempi. Il primo è uno dei target di SCA legato alla sostenibilità, ovvero quello di ridurre del 20% le emissioni di CO2, l’altro è quello legato alla partecipazione degli impianti di SCA in Italia e in Europa al progetto “Lean and Green”, promosso dal “Freight Leaders Council”. L’obiettivo di questo progetto è quello di monitorare e ridurre le emissioni CO2 derivanti dal trasporto  di materie prime e di prodotti finiti. In questo contesto si inserisce la scelta degli stabilimenti di SCA di utilizzare in maniera rilevante le ferrovie per il trasporto del prodotto finito invece che i normali camion. Infine vorrei menzionare un’iniziativa che viene dall’esterno, quella legata a Coop Italia di cui noi siamo dei fornitori. Coop ha un suo programma di sostenibilità denominato ‘Coop oltre Kyoto’ e il nostro impegno nel campo della sostenibilità aiuta l’azienda a raggiungere gli obiettivi che si è data in tema di tutela ambientale. I programmi green, infatti, sono iniziative che non si fermano mai all’ambito di quello che l’azienda fa, ma coinvolgono anche le catene di approvvigionamento. Così come noi siamo sensibili al tema della sostenibilità, anche Coop è attenta ai suoi fornitori. 

Come avete accolto il riconoscimento del WWF? E in generale qual è il ruolo dell’innovazione per SCA?

Il riconoscimento del WWF ci rende orgogliosi. Essere riconosciuti dal WWF è importante e poi è anche una forma di stimolo per continuare a perseguire questi obiettivi che non sono dei numeri sterili per la nostra azienda, ma sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Tecnologicamente abbiamo raggiunto dei livelli di benchmark a livello europeo soprattutto per il consumo di acqua. I nostri target sfidanti però ci impongono con piacere di continuare a studiare tutte le possibilità di raggiungere questi obiettivi. Essere riconosciuti dal WWF ci rende orgogliosi, ma ci spinge a continuare a studiare. L’innovazione è una parte integrante del nostro piano di sostenibilità. Per esempio per il progetto sulla raccolta di acque piovane ad Altopascio è stato installato un impianto prototipale. A livello generale SCA si impegna, inoltre, a studiare dei nuovi biocombustibili a partire dagli scarti di produzione della carta. Stiamo investendo molto anche nella creazione di combustibili solidi prodotti da scarti di cicli produttivi. Quindi l’innovazione è fondamentale. Gran parte del lavoro di sviluppo in questo comparto viene fatto internamente, soprattutto dagli stabilimenti svedesi e in quello di Nokia in Finlandia. 

Ritenete che i consumatori siano ricettivi nei confronti di prodotti frutto di filiere green? Questo interesse si traduce in un riscontro sul fronte delle vendite?

Negli ultimi anni la conoscenza dei marchi che certificano determinate attenzioni delle aziende al settore green è cresciuta molto e ha portato un riscontro anche sul fronte delle vendite. Se, ad esempio, ci si guarda intorno in un supermercato si nota che sul packaging dei prodotti in carta sono sempre riportati dei marchi frutto dell’espressione di determinate attenzioni (all’energia, all’uso delle risorse etc.). La consapevolezza non è ancora ai massimi, però, la parte commerciale dell’azienda chiede sempre di più determinate certificazioni, perché i clienti finali le cercano. Un’ultima cosa: si stanno attivando sempre di più catene di prodotti e anche di retailer che fanno della strategia green un aspetto fondamentale. Di conseguenza ci troviamo a realizzare prodotti per questi clienti con requisiti particolari. In sintesi, dunque, non siamo ancora dove dovremmo essere in termini di conoscenza di consapevolezza, ma l’attenzione è cresciuta e si riflette anche nelle richieste del mercato. 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.