Intelligenza artificiale: -15% di energia nei data center di Google

DatacenterGoogle ha tagliato del 15% i consumi energetici dei suoi data center grazie all’intelligenza artificiale sviluppata da DeepMind, la compagnia inglese acquistata nel 2014 per circa 400 milioni di dollari. In questa percentuale si conta un taglio del 40% solo dei costi di raffreddamento che rappresentano un’importante voce per l’ambiente: il colosso statunitense è infatti responsabile dello 0,01% del consumo globale di elettricità.

È quanto ha dichiarato mercoledì l’azienda di Mountain View, come riporta il sito del Guardian, che detiene una delle più grandi flotte di centri di elaborazione del mondo collocati in Nord e Sud America, Europa e Asia.

Si stima che i server, a livello globale, siano colpevoli di circa il 2% delle emissioni totali di gas serra e la riduzione dei consumi energetici rappresenta un’importante strategia per attenuare l’impatto ambientale del mondo virtuale.

Per essere pienamente efficienti, alcuni centri richiedono un contributo importante in termini di energia per il raffreddamento delle macchine e la costante taratura dei parametri (come temperatura, pressione e umidità).

Mustafa Suleyman, Cofondatore di DeepMind, ha spiegato che il machine learning, altrimenti detto apprendimento automatico, permette alla macchina di raccogliere una enorme quantità di dati per descrivere perfettamente le condizioni reali di lavoro. Inoltre, consente di “apprendere” come un utente dotato di carne e ossa non farebbe e di “misurare le impostazioni di lavoro più precisamente e accuratamente“rispetto alle capacità umane. Importante, di riflesso, la riduzione dell’impatto ambientale della realtà 2.0, negli ultimi anni sempre più sotto controllo: Google per primo ha mostrato nel 2011 la sua impronta di carbonio – era più o meno equivalente a quella annuale del Laos – e ha detto che da allora i suoi data center sono migliorati e, col medesimo apporto di energia, hanno prestazioni 3,5 volte superiori.

Partito due anni fa sull’1% dei server del colosso statunitense, il trial, che stimola l’apprendimento delle macchine per tagliare velocemente l’apporto di energia nei data center, entro la fine dell’anno, afferma Suleyman, sarà adottato su tutti i dispositivi.

Penso veramente che sia solo l’inizio – continua Suleyman – Numerose altre opportunità sono in grado di stimolare l’efficienza nell’infrastruttura dei data center. Una delle cose più eccitanti è che gli algoritmi da noi sviluppati, ovvero il sistema di apprendimento uomo-macchina, sono generici e potranno essere applicato a diversi dispositivi in modo da rendere più performanti una grande varietà di ambienti, come impianti di produzione energetica e reti”.

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