Espigoladors, se la marmellata viene dalla frutta imperfetta

EspigoladorsRecuperare dai campi frutta e verdura che vengono scartate dalla vendita per ragioni legate al loro aspetto estetico per fornirle alle banche alimentari o addirittura per realizzare marmellate zuppe o salse da mettere in commercio. E’ l’obiettivo realizzato dall’impresa sociale “Espigoladors”  attiva in Spagna, in particolar modo nei dintorni di Barcellona, che sta cercando di contrastare lo spreco di cibo e allo stesso tempo sta contribuendo a dare un’opportunità di lavoro a chi si trova in difficoltà. 

Un progetto, che, come si legge sul sito del Guardian, non si limita semplicemente al concreto recupero di questo cibo esteticamente meno appetibile per il consumatore, ma si inserisce nel quadro più ampio di un’iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della lotta allo spreco alimentare. Alle attività di raccolta, infatti, si affianca anche la campagna di comunicazione “I’m imperfect too” che, attraverso una serie di foto in cui si vedono cittadini con in in mano della frutta dipinta, si pone come sfida quella di scardinare l’idea convenzionale dell’accoppiamento tra bellezza e cibo. In sostanza l’idea è quella di far capire alle persone che frutta e verdura dai colori e della forma non perfetta non sono da buttar via. 

Oltre alla campagna di advertising, gli ‘Espigoladors’ hanno lanciato anche il brand ‘Es imperfect’ che racchiude una serie di prodotti come marmellate, zuppe e salse realizzati a partire da prodotti recuperati. Il successo dell’iniziativa è stato tale che la sua promotrice Mireia Barba è stata convocata nella sede del Cotec, la Fondazione per lo sviluppo nazionale del re Felipe VI. 

Un progetto importante, dunque, che cerca di arginare la problematica dello spreco alimentare caratterizzata in Europa da numeri da capogiro. Basti pensare che nel Vecchio Continente ogni anno vengono buttate 88 milioni di tonnellate di cibo, circa 173 Kg a persona, con un costo stimato di 143 miliardi di euro. Iniziative come quella degli ‘Espigoladors’, secondo i sostenitori di questa realtà, potrebbero fornire un contributo alla lotta alla fame, allo sfruttamento controllato del terreno favorendo allo stesso tempo l’occupazione di persone socialmente fragili.  

 

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