La parte dei fondi legati al settore delle soluzioni per la limitazione del cambiamento climatico, come solare o biogas, che viene destinata allo sviluppo dei Paesi più poveri non si attesta a livelli sufficienti per ottenere risultati concreti. A dirlo, come riporta il sito della Reuters, sono i dati forniti dall’International Institute for Environment and Development (IIED) di Londra che lancia una sfida a Sustainable Energy for all (SE4All), la più importante organizzazione mondiale impegnata nel promuovere l’accesso all’energia. L’associazione recentemente ha, infatti, adottato una strategia per il raggiungimento di questo obiettivo prima della scadenza del 2030.
“Il nuovo piano quinquennale – ha detto in una nota Rachel Kyte, a capo dell’associazione – è finalizzato ad aiutare i paesi ad andare oltre più velocemente” sostenendoli nella messa in atto di una “poilitica energetica legata a creazione di partnership” per far sì che “nessuno resti indietro”.
Attualmente ci sono ancora un miliardo di persone nel mondo che non hanno accesso all’elettricità e quasi 3 miliardi che utilizzano per cucinare combustibili come legno, kerosene o sterco. Tra i nuovi obiettivi dello sviluppo sostenibile c’è quello di garantire l’accesso universale all’energia, ma secondo il report dello IIED, la maggior parte dei finanziamento pubblico sul clima è legato a progetti di larga scala nei Paesi ad alto e medio reddito.
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