Ecosostenibilità, per gli italiani è importante nonostante la crisi

LifegateLa percentuale di cittadini italiani secondo cui la sostenibilità è un ambito su cui puntare anche in tempo di crisi è in continuo aumento e nell’ultimo anno ha subito un incremento di 10 punti percentuali passando dal 27% al 37%.  Questo è solo uno dei dati emersi dalla seconda edizione dell’Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile, la ricerca realizzata da LifeGate, media network e advisor per lo sviluppo sostenibile, e l’istituto di ricerca Eumetra  Monterosa, in collaborazione con gli sponsor Coop Lombardia, Ricola e Unipol Gruppo. 

Lo studio, presentato giovedì 31 marzo a Milano, mostra come l’attenzione degli italiani per il settore green sia tutt’altro che una moda passeggera, ma costituisca un importante trend che si traduce in concreti atteggiamenti di consumo. In altre parole i vantaggi di prodotti realizzati nell’ambito di filiere green o l’ìadozione di abitudini volte a preservare l’ambiente sono considerati detentori di un valore aggiunto irrinunciabile nonostante questo comporti a volte un surplus di spesa. In particolare la percentuale di intervistati secondo cui la sostenibilità è una filosofia di vita su cui puntare è passata dal 17% al 22% guadagnando rispetto allo scorso anno 5 punti percentuali. Lo stesso vale per la conoscenza e la comprensione legata a termini come sostenibilità ambientale o sviluppo sostenibile, che è passata dal 23% al 28%. Un risultato che, come ha sottolineato Enea Roveda, amministratore delegato di LifeGate, può essere inquadrato nell’ambito di un “effetto Expo”. L’Esposizione Universale, insieme ad altri eventi come ad esempio la Cop21, ha, infatti, acceso i riflettori sul mondo della sostenibilità e delle filier green permettendo a un vasto pubblico di familiarizzare con questi argomenti. In particolare tra i concetti più popolari c’è quello di energia rinnovabile, di cui il 40% del campione ha dichiarato di conoscere il significato. 

In forte crescita anche il numero di persone che si dichiarano appassionate e interessate alle tematiche ambientali. Rispetto al 2015 si in cui la percentuale si attestava al 43% quest’anno si è arrivati 63 %, con un incremento di ben 19 punti percentuali.Tuttavia questo interesse per  gli sitili di vita green non è uniforme in tutte le fasce di età della popolazione. A essere più coinvolti sono, infatti, le fasce più giovani che menzionano come principale motivazione il senso di responsabilità per le generazioni future (85% delle risposte)

Principalmente l’interesse su queste tematiche è dato dalle nuove generazioni, soprattutto donne   questo è un bellissimo dato – ha spiegato Enea Rovedatra i 18 e i 24 anni troviamo un indice di concentrazione molto alto negli appassionati, per poi arrivare ai 35 anni, fasce dove c’è un forte interesse. Sicuramente le generazioni più adulte sono quelle meno interessate”

Un dato molto bello che fa ben sperare per una continua crescita nei prossimi anni non è solo il fatto che siano i giovani a interessarsi a queste tematiche , ma il motivo del loro interesse non tanto dettato dalla sfera personale, ma da un senso di responsabilità per le nuove generazioni e per i loro figli”, ha aggiunto il manager. 

Un interesse, dunque, quello legato alla sostenibilità che è permeato da una forte componente etica e che orienta in maniera determinante i consumi. Questo trend non è ignorato dalle aziende che sempre di più cercano di rendere le loro filiere produttive ecofriendly e considerano la sostenibilità non solo un qualcosa di collaterale legato principalmente all’immagine ma un elemento sempre più compenetrato con i loro modelli di business. 

 

 

Qui di seguito il servizio video 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=_GuBEtLML5w&feature=youtu.be

 

 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.