Energia e ambiente, il bilancio del WWF

WWFA cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo non mancano i bilanci su quanto fatto e soprattutto le previsioni su ciò che dovrà ancora accadere. D’interesse, a tal riguardo, il documento diffuso dal WWF che unisce ambiente, energia e sviluppo in una prospettiva di nuovo “green deal” per l’Italia.

Costruendo quello che il WWF ha definito l’Eco-Barometro del 2013, e riconoscendo dei (timidi) segnali positivi per l’ambiente fattisi registrare nell’anno appena concluso, l’Associazione rimarca alcune priorità al fine di condurre il Paese verso una ripresa economica ed occupazionale (grazie ai green job), basata su passaggi fondamentali descritti dal documento del WWF, quali ad esempio:

–    realizzare “un nuovo Piano Energetico e una Roadmap per la decarbonizzazione che abbia come obiettivi la riduzione delle emissioni nazionali di anidride carbonica almeno del 55%, l’incremento dell’efficienza energetica del 40% e l’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili almeno del 45% entro il 2030, in coerenza con il fine dichiarato di contenere l’aumento medio della temperatura globale ben al di sotto 2°C rispetto ai livelli preindustriali, conseguendo così il rapido raggiungimento a livello globale del picco delle emissioni di CO2, con una riduzione delle emissioni globali almeno dell’80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. Il Governo italiano su questi temi ancora balbetta e dà segnali contraddittori. Il ministro dell’ambiente Orlando ha dichiarato di essere favorevole al nuovo Piano e alla Roadmap, ma il ministro per lo sviluppo economico Zanonato si attesta sulla pedissequa applicazione della Strategia Energetica Nazionale, approvata negli ultimi giorni del Governo Monti, nella quale non ci si esprime chiaramente sul futuro delle rinnovabili, mentre, nel contempo, si dichiara di volere una Penisola che diventi un hub del gas, un Paese che punti sulla estrazione e produzione nazionale di idrocarburi e che continui a garantire le centrali alimentate a combustibili fossili”;

–    “dare visibilità nell’economia al capitale naturale e ai servizi ecosistemici (PES) garantiti dalla biodiversità (di cui il nostro Paese è ricchissimo), affiancando la contabilità ambientale nei bilanci pubblici e privati e alla contabilità economica”;

–    “garantire risorse per l’ambiente, poiché la manovra economica e finanziaria del Governo, così come è stata approvata dal Senato per il 2014, presenta sul “capitolo ambiente” finanziamenti pari all’1% (140 milioni di euro) dell’ammontare complessivo (13,1 miliardi di euro). Manca qualsiasi finanziamento dedicato all’attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità, approvata nell’ottobre 2010”.

 

 

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.