Da energia a cibo e ritorno: gli ultimi 4 miliardi di anni del Pianeta Terra

acque profondeÈ al via la terza edizione della Settimana del Pianeta Terra, durante la quale sono in programma ben 237 geoeventi: conferenze, visite guidate, mostre e altre iniziative di divulgazione delle Scienze della Terra.

Il DISAT dell’Università di Milano-Bicocca sarà presente il 20 ottobre con una presentazione divulgativa presso EXPO che declina il motto “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”  a scala planetaria e su scale temporali di miliardi di anni: il tempo geologico dell’evoluzione della litosfera e della vita sulla Terra. Una carrellata lungo le principali tappe di questa evoluzione che hanno visto non solo l’acquisizione di strutture biologiche e funzioni sempre più complesse, ma anche l’utilizzo di diverse vie metaboliche per accumulare materia organica, partendo da composti inorganici e dalle fonti di energia disponibili.

Nei caldi ed anossici oceani dell’Archeano, a partire da 4 miliardi di anni fa, alcuni microrganismi unicellulari senza un nucleo distinto e rivestiti da membrane molto resistenti e complesse, gli Archaea, erano in grado di proliferare in acque profonde e ricche di gas vulcanici. Utilizzavano probabilmente la chemiosintesi per produrre le sostanze organiche necessarie al loro sviluppo, come succede anche in alcuni ambienti estremi degli oceani moderni (Figura). Negli organismi autotrofi chemiosintetici, infatti, l’energia utilizzata per la sintesi organica deriva da reazioni chimiche, al contrario della maggior parte dei più noti autotrofi fotosintetici, le piante e i cianobatteri, che utilizzano l’energia luminosa. Secondo diverse ipotesi, alcuni Archaea sarebbero implicati nella simbiosi con cellule più grandi, dando origine in passaggi successivi alla cellula eucariote, che caratterizza tutti gli organismi multicellulari complessi. La fotosintesi dei cianobatteri è stata una rivoluzione biologica straordinaria, la quale ha consentito la produzione di ossigeno e quindi la lenta trasformazione dell’atmosfera primitiva del pianeta Terra. Chemiosintesi e fotosintesi sono dunque le due principali strategie per creare materia organica, che rappresenta il cibo per tutti gli organismi eterotrofi: animali e funghi.

Primo principio della termodinamica: l’energia non si crea e non si distrugge, ma si trasforma. Si accumula in massa organica, si utilizza e muta per consentire movimento, crescita e riproduzione.

Ma la storia dell’energia diventata cibo non finisce qui. Attraverso l’accumulo in ambienti asfittici, nel corso del tempo geologico e per effetto della temperatura e pressione, si è avuta la degradazione della materia organica contenuta nei sedimenti e la sua trasformazione in idrocarburi, che potremmo definire una forma concentrata di energia. Una risorsa che viene da tempi remoti, geologici. In questo senso alcune energie alternative, basate sull’utilizzo di sostanze organiche più fresche (biogas, legna), ovvero meno concentrate dal punto di vista energetico, hanno comprensibilmente un rendimento minore di quello dei combustibili fossili. Nutrire il pianeta, energia per la vita: concetti attuali che vengono da lontano.

Endeavour Ridge, Oceano Pacifico. Emissioni idrotermali in acque profonde innescano e sostengono un’associazione di organismi basata sulla chemiosintesi. Immagine fornita da VISIONS ’05 expedition (www.VISIONS05.ocean.washington.edu)
 Emissioni idrotermali in acque profonde

Daniela Basso è Professoressa DISAT, Università di Milano-Bicocca

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Professoressa DISAT, Università di Milano-Bicocca