Da Harvard le batterie organiche a flusso

Si chiama “ChinoEnergy Storagene” ed è il composto organico alla base di un’innovazione delle batterie a flusso biodegradabili, che possono così divenire più ecocompatibili e anche economiche. A gennaio 2014 e a settembre 2015 l’università americana di Harvard ha pubblicato sulle riviste scientifiche Science e Nature due articoli sull’argomento e a febbraio di quest’anno ha sottoscritto un accordo con l’italiana Green Energy Storage (GES) che commercializzerà questa tecnologia in Europa a partire dal 2018.

Una batteria a flusso è un tipo di batteria ricaricabile in cui elettroliti contenenti una o più sostanze elettroattive disciolte fluiscono attraverso una cella elettrochimica che converte l’energia chimica direttamente in energia elettrica”, spiega la GES. Gli elettroliti sono immagazzinati esternamente, generalmente in vasche e vengono pompati attraverso la cella (o celle) del reattore. Le batterie a flusso possono essere dunque “ricaricate” rapidamente sostituendo l’elettrolita liquido. Alla luce di ciò, “le batterie a flusso possono modificare energia e potenza in maniera indipendente: i tempi di scarica (energia) sono determinati dalla quantità di elettrolita; la potenza dipende dal numero e dimensioni delle celle di riduzione”.

Si tratta di una tecnologia nota già negli anni ‘70”, spiega Murray McCutcheon, Business Development Manager della Harvard University per il progetto, intervenuto a Roma all’evento di lancio della partnership con GES. Negli anni ci sono stati “più investimenti sulle batterie al litio” date le applicazioni “nell’elettronica di consumo”, ma per il futuro “questa soluzione è più performante”.

Si tratta di una tecnologia tarata su tre taglie, quindi su più modalità di utilizzo. Nello specifico: da 5 a 50 kWp per il residenziale; da 50 a 500 kWp per i grandi impianti eolici e fotovoltaici; da 0,5 a 5 MWp per le reti di trasmissione.

Di seguito la video intervista ad Angelo Aliquò, Senior Advisor di GES, sugli sviluppi del progetto.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.