Distillerie a rischio chiusura. La denuncia di AssoDistil

distilleria“Il decreto sulle fonti rinnovabili rischia di diventare il de profundis per gli impianti di energia da biomasse solide, su cui le distillerie italiane hanno investito ingenti capitali”. Questo l’allarme lanciato da Antonio Emaldi, Presidente di AssoDistil, l’associazione dei distillatori italiani.

La preoccupazione circa il decreto di prossima emanazione riguarda la chiusura degli impianti che producono annualmente 300 mila MWh di energia sfruttando oltre un milioni di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione.

Stando a quando denunciato dall’associazione, l’intera filiera vitivinicola è a rischio: “A partire da gennaio molte distillerie rischieranno la chiusura e centinaia di lavoratori si ritroveranno disoccupati – commenta Emaldi in una nota –. Inoltre, andranno in fumo centinaia di milioni di euro, investiti per avviare la produzione di energia da biomasse solide. Si scriverebbe così la parola fine ad un segmento importante della nostra produzione di energia verde, che, a fronte di forti investimenti, aveva consentito risparmi importanti all’intero sistema-Paese”. E non sarà l’unica: tutte le filiere che producono energia da biomassa solida rischiano gravi ripercussioni.

La soluzione? Eliminare dal decreto il livello minimo dell’incentivo a partire dal 1° gennaio 2106, un calcolo che tiene conto del prezzo dell’energia registrato tre anni fa. La misura, infatti, è stata pensata prima del recente calo dei prezzi dell’energia. “Il mercato, però, si è evoluto in senso esattamente inverso ed i costi dell’energia sono scesi drammaticamente. Quindi, proprio quell’elemento di garanzia che giustificava l’introduzione di un valore fisso, oggi rischia di mettere in ginocchio tutto il settore”, ha concluso il Presidente.

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