Per accelerare l’innovazione nella produzione dell’elettronica ibrida flessibile (FHEs) il MIT ha deciso di supportare il Manufacturing Innovation Institute for Flexible Hybrid Electronics, ente di ricerca e sviluppo fondato lo scorso agosto.
Guidato dal FlexTech Alliance, partenariato pubblico-privato con sede in California, l’istituto prevede la collaborazione di più enti di ricerca – l’University of Massachusetts di Amherst ne è un nodo centrale -, di diverse aziende, tra cui Boeing e General Motors, e amministrazioni.
I lavori per la realizzazione di dispositivi più a basso costo verranno supportati da un fondo totale di 171 milioni di dollari, di cui 75 milioni provenienti da sovvenzioni federali e più di 96 milioni da contributi non federali.
La tecnologia, infatti, non è abbastanza matura per essere venduta su larga scala, nonostante i possibili benefici per i consumatori. Pensiamo all’ambito domestico e sanitario: le bende potrebbero controllare la ferita e il flusso di sangue mentre i cerotti monitorare i livelli di glucosio e rilasciare insulina. O alla realizzazione di una robotica “morbida” per la cura degli anziani o l’assistenza ai soldati feriti: anche nel comparto militare i dispositivi potrebbero avere grande impiego nelle uniformi o sugli aeroplani.
“In questo momento, è possibile acquistare un cerotto, ma non si può comprare – ad un costo ragionevole – un cerotto in grado di monitorare il flusso di sangue e di cicatrizzare la ferita“, ha spiegato Van Vliet Krystyn, Professore di scienza dei materiali, ingegneria e ingegneria biomedica del MIT, che ha anche sottolineato le potenzialità di questi prodotti in grado di creare nuove “opportunità di lavoro degli Stati Uniti“.
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