Generazione Y, sì all’auto ma ecologica

Co2Guidando un’auto”, non cambia molto l’immaginario iconografico dei giovani della cosiddetta Generazione Y (1980-2000) da quello dei loro coetanei di 10, 20 e 30 anni fa, ma stavolta la richiesta non è sulla potenza o il design, ma su tecnologia e sostenibilità.

Secondo l’85% del campione europeo coinvolto nell’indagine promossa da GoodYear e ThinkYoung* (su una base statistica di oltre 2.500 studenti universitari di scienze, ingegneria, arte, design e matematica, di età compresa fra i 18 e i 30 anni), i giovani tra 10 anni saranno in possesso di un automobile.

Questa aspirazione tra gli studenti italiani è ancora più forte, tanto da raggiungere il 90% delle preferenze, mentre il car-sharing si conferma comunque un servizio essenziale per il 65,5%.

Jean-Pierre Jeusette, Direttore generale del Centro di Innovazione Goodyear in Lussemburgo commenta così i risultati dell’indagine: “Le pressioni sull’ambiente continuano ad aumentare e i giovani si aspettano che l’industria automobilistica e quella dei pneumatici siano in prima fila per trovare soluzioni alla sfida della riduzione delle emissioni”.

Fra le priorità individuate per il prossimo decennio gli italiani sottolineano: veicoli efficienti nella gestione del carburante (24.1%); dotati di “smart intelligence” (17.1%); pneumatici adattativi e rispettosi dell’ambiente (18.1%).

La possibilità di ricevere maggiori “informazioni” dagli pneumatici durante la guida è vista con molto interesse: il 41,6% degli intervistati italiani è interessato ad un sensore che indichi la necessità di cambiare una gomma o segnali un guasto, segue il bisogno di ottenere efficienza sui consumi anche in relazione all’ambiente e alle condizioni metereologiche (28,6%). Sempre in ottica di diminuzione delle emissioni di CO2, risultano significative le proposte di costruire gomme che creino energia per l’auto (28,2%) e che siano completamente biodegradabili (25,5).

Diffidenza invece verso le vetture senza guidatore per cui la maggior parte degli intervistati, il 77,7%, preferirebbe che la guida autonoma fosse medio o limitato ad alcune funzione base. A determinare questa preferenza, la scarsa fiducia nell’affidare la guida completamente alla tecnologia, il costo e una minore protezione della propria privacy.

I risultati dell’indagine escono proprio a ridosso dell’avvio della settimana della mobilità sostenibile e quindi non poteva mancare una attenzione ai mezzi pubblici per cui, in netta controtendenza rispetto i coetanei europei (il 27% contro il 41,8% degli italiani intervistati), gli italiani si dimostrano più favorevoli verso l’investimento nei mezzi di trasporto pubblico.

I giovani del Bel Paese sono anche molto sensibili dal punto di vista legislativo: oltre all’incentivo all’uso dei trasporti pubblici (43%), ritengono fondamentale che siano fissati criteri di emissioni di CO2 (il 42,5%) e l’adozione di veicoli efficienti dal punto di vista dei consumi (37.5%).

Forse è proprio come dichiara Jean-Pierre Jeusette nella nota stampa “I giovani europei non vogliono passare alla storia come una generazione che è rimasta a guardare”.

*Lo studio è stato condotto da Think Young per conto di Goodyear per approfondire le opinioni dei giovani sul futuro della mobilità. La ricerca si basava su 15 domande, somministrate a giovani universitari delle facoltà di scienze, ingegneria, arte, design e matematica, di età compresa fra 18 e 30 anni e provenienti da 12 paesi europei: Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Lussemburgo, Slovenia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Polonia, Svezia e Turchia. In totale 2.564 giovani hanno completato il questionario. Il lavoro sul campo è stato effettuato da maggio a giugno 2015.

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