Luci e ombre sui big data

Big Data

In tema di Big Data, “solo un quarto degli intervistati ritiene che la propria divisione IT stia supportando le loro esigenze riguardanti l’analisi dei dati in tempo reale”.

È un dato alquanto particolare che emerge da una ricerca della società Vanson Bourne (su richiesta di Software AG), che evidenzia come le aziende reputino “critico analizzare ed essere rispondenti in materia di Big Data, ma nello stesso tempo non si sentono ancora pronte”.

Nei mesi di giugno e luglio 2014 sono stati intervistati 750 decision maker. I rispondenti provenivano da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Singapore, Australia, Brasile e Cina.

Come descritto in un comunicato, dalle risposte è emerso che questi stakeholder: “Nonostante siano consapevoli che una maggiore visibilità sui processi interni e le analisi dei dati in tempo reale conducano ad un miglioramento operativo, non dispongono ancora del supporto e delle soluzioni necessarie per renderle concrete”.

Tra i dati riportati si scopre che l’87% degli intervistati dichiara che è importante essere in grado di assumere decisioni operative rapidamente (una delle possibilità favorite dai Big Data) ma l’85% continua a riscontrare le medesime problematiche non essendo in grado di utilizzare i propri dati con sufficiente rapidità.

In particolare, gli elementi che influiscono sulla velocità decisionale operativa comprendono: mancate opportunità di guadagno (41%), scarsa capacità decisionale (37%) e incapacità di prevedere modelli futuri (27%).

Nonostante gli applicativi e i software moltiplichino la quantità di dati utilizzabili, per il 97% degli intervistati il problema riguarda i dati già in loro possesso: solo un intervistato su cinque ritiene che i propri dati siano affidabili, accurati e completi; mentre la maggior parte delle aziende non è in grado di lavorare i dati (57%), eseguire analisi approfondite (61%) o utilizzare quelli generati in tempo reale (68%).

Per quanto riguarda gli investimenti, infine, la ricerca ha rilevato non solo che dal luglio 2013 al luglio 2014 le aziende hanno aumentato del 21% in media gli investimenti nella raccolta e nell’analisi dei dati, ma anche che questi sono destinati a crescere significativamente entro il 2016, raggiungendo il 2%.

 

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